Paolo VI, il Papa grande dei lavoratori e delle Acli è santo

In particolare saluto il folto numero degli appartenenti alle Acli, rimasti molto fedeli a Papa Paolo VI”. Papa Francesco conclude così la cerimonia di canonizzazione di sette nuovi santi, tra cui Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI. Con lo speciale saluto del Pontefice si chiude un fine settimana intenso per gli aclisti, giunti da diverse regioni a Roma per rendere omaggio ad un uomo, un amico, da oggi un santo,  che è stato un punto di riferimento per l’associazione, fin dalla sua nascita.

Il convegno di sabato 13 ottobre è stato un racconto appassionato pieno di ricordi personali e di spunti inediti da parte dei due ex presidenti delle Acli Emilio Gabaglio e Domenico Rosati che hanno ripercorso il loro rapporto con Montini, dai primi anni delle Acli, nate anche grazie all’impulso del futuro Papa e di suo fratello, fino all’evoluzione verso l’ipotesi socialista nel Congresso di Torino del ’69 che allontanò l’associazione dalle gerarchie ecclesiastiche con la famosa “deplorazione” del 1971 dello stesso Montini, divenuto nel frattempo Papa con il nome di Paolo VI. “Una personalità inquieta” per l’assistente spirituale della Acli, Don Giovanni Nicolini, che conobbe Montini negli anni in cui fu Arcivescovo di Milano e che lo giudica come un uomo di Chiesa “che era alla ricerca, una personalità quasi sofferente e per questo attenta ai varchi della Storia”. Per lo storico Carlo Felice Casula Papa Montini è il Papa delle svolte, dell’apertura della Chiesa verso il cosiddetto Terzo Mondo, verso i giovani, verso le altre religioni, “è soprattutto colui che porta a termine il Grande Concilio nonostante la morte di Giovanni XXIII gli avesse dato l’occasione di lasciare tutto com’era”. “Montini ci ha detto: questo è l’uomo, questa è il mondo, non si può essere cristiani senza essere concretamente nel mondo”, le riflessioni finali del Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, si sono concentrate invece sulle questioni che il pontificato di Paolo VI pone ancora oggi, come l’impegno dei cristiani nella res pubblica. “Nella lettura di Montini riscopriamo le ragione della nostra appartenenza alle Acli e una nuova spinta a riportare al centro l’importanza dei corpi intermedi e soprattutto la questione lavorativa che è prima di tutto questione umana e spirituale”.

La piazza del 14 ottobre ha invece consegnato un nuovo Papa Santo alla Chiesa Cattolica e un punto di riferimento a cui rivolgersi per tutti gli aclisti a cui Paolo VI rimase sempre legato. Tante le bandiere delle Acli sparse in piazza San Pietro a testimoniare l’affetto e la riconoscenza per un Papa sempre attento al mondo del lavoro. Grande emozione poi nel momento dei saluti finali che hanno preceduto l’Angelus, quando Bergoglio ha ringraziato gli aclisti, giunti da molte regioni d’Italia, per omaggiare il “loro” Papa.

Fonte: www.acli.it