Anziani, ancora poco informati sui rischi infettivi

Il recente studio condotto da AstraRicerche su 1700 anziani italiani ha permesso di scoprire alcuni aspetti molto interessanti. Se da un lato gli over 65 di oggi possono contare su una maggiore salute, benessere e prospettiva di vita – dovuta anche al netto miglioramento dei sistemi di prevenzioni – dall’altra è emersa come molti di loro siano poco consapevoli del rischio effettivo di contrarre le malattie, specialmente se infettive. Caso eclatante, quello della polmonite: nonostante l’infezione sia riconosciuta come diffusa, grave e potenzialmente pericolosa, appena 1 anziano su 10 pensa che possa toccare proprio a lui o a lei.

Lo studio ha poi dimostrato come siano ancora in troppi a credere che uno stile di vita controllato e buone norme di igiene quotidiana siano sufficienti per prevenire l’infezione, mentre solo 1 su 3 riconosce l’utilità della vaccinazione contro lo pneumococco. E tra i non vaccinati, solo 2 su 5 si dichiarano intenzionati a provvedere.

Nei paesi occidentali la malattia costituisce tutt’oggi la prima causa di morte dovuta a patologie infettive, soprattutto negli over65. La vaccinazione antipneumococcica rimane l’unico strumento di prevenzione primaria in grado di evitare l’infezione da pneumococco e prevenire lo sviluppo delle malattie e delle complicanze che questo batterio può portare.