Riconosciamo il lavoro come fondamento della nostra Costituzione e come principale strumento di emancipazione e inclusione sociale. Ricordiamoci che il Primo Maggio non è solo una pratica retorica o celebrativa. Al contrario oggi dobbiamo esercitare la memoria per riportare la società ad un progetto comunitario del nostro Paese. Non possiamo relegare questa data alla mera festività di calendario e al museo delle giornate storiche. La sua ricorrenza, infatti, che possiamo considerare una scelta nuova e antica, vuole sottolineare al tempo stesso lo spirito Repubblicano dei valori Costituzionali ed anche il grande avanzamento ottenuto dai lavoratori in Italia e nel mondo. Viviamo il Primo Maggio come festa del Lavoro, evidenziandone le conquiste e riaffermandone i diritti e i doveri, per rimettere in movimento questi anni difficili. Sosteniamo “il lavoro di tutti per tutti”, prestando però grande attenzione al lavoro che cambia. Tocca alle forze sociali e sindacali del lavoro, oltre che alle associazioni – ad iniziare dalle Acli e dalla Fap -, il difficile compito di rilanciare campagne nazionali per il lavoro, ripartendo dal Primo Maggio per mobilitare un grande movimento popolare. Per le Acli e la Fap tutto questo non è solo una metafora, uno scritto immaginario, bensì è un programma sociale e politico per contrastare la pochezza di alcune prese di posizione volte a contestare e dividere il Paese, dando vita ad un’operazione negligente e pericolosa. Diversamente la Fap e le Acli possono rappresentare linfa vitale per tutto il tessuto sociale. Il Primo Maggio deve essere allora occasione di riflessione e speranza per le giovani generazioni da troppo tempo senza lavoro. E anche per i cinque milioni di pensionati, le famiglie e i lavoratori che vivono sotto la soglia della povertà. Il Governo deve fare programmi concreti e scelte per un grande movimento nazionale pubblico/privato per il lavoro.
“Simbolicamente rivolgiamo un omaggio a Achille Grandi”. Viva il Primo Maggio