La pandemia ha avuto effetti non solo sulle dinamiche occupazionali ma anche sulla composizione stessa del mercato del lavoro e su interi settori produttivi. La pandemia ha impresso una spinta repentina verso l’evoluzione di alcuni settori con una conseguente richiesta di profili professionali nuovi, o comunque ridisegnando la domanda di lavoro rispetto alle diverse professionalità nei diversi settori. È quindi necessario agire in ottica previsiva per conoscere i fabbisogni occupazionali del tessuto produttivo e agire sul sistema formativo per preparare, in tempi contenuti, i lavoratori di cui le imprese hanno bisogno. Infine, è da sottolineare che la particolare dinamica dell’occupazione che si sta registrando in questo periodo potrebbe contribuire ad un incremento delle disuguaglianze che si accompagnerebbe agli effetti derivanti dalla cessazione o limitazione delle misure a sostegno dell’occupazione. La ripresa è infatti risultata più lenta nei settori caratterizzati da un’occupazione tipicamente precaria e intermittente e, quindi, da lavoratori meno abbienti e più giovani. Infatti, i lavoratori maggiormente colpiti dal lockdown erano già caratterizzati da uno status di maggiore fragilità socio-economica prima dell’inizio della pandemia, potendo contare su un reddito disponibile e una ricchezza mediamente inferiori ed essendo esposti a un maggiore rischio di povertà proprio in ragione della tipologia di attività economica svolta e delle caratteristiche socio-anagrafiche familiari (età mediamente giovane, famiglie mediamente più numerose e con più minori a carico).
Un passaggio dell’Indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro presentata oggi dal Presidente nazionale Emiliano Manfredonia e dal Vicepresidente vicario nazionale, Stefano Tassinari, durante l’Audizione presso la la Commissione XI della Camera dei Deputati.
Qui il video integrale dell’audizione
In allegato il testo depositato in Commissione
L’indagine conoscitiva delle ACLI sul mondo del lavoro post Covid
Fonte: www.acli.it