“L’idea delle Acli, non il nome, nacque nella mente e nel cuore di Achille Grandi insieme con l’idea dell’unità sindacale e ne fu una conseguenza”.
L’affermazione perentoria è di monsignor Luigi Civardi, il primo assistente ecclesiastico delle Acli. Alle origini delle Acli c’è, dunque, il Patto di Roma del 12 giugno 1944, che da vita alla Cgil unitaria.
Achille Grandi, firmando il patto di unità sindacale, allega contestualmente una dichiarazione della corrente democratico-cristiana in cui tra l’altro è scritto che l’esistenza del sindacato unitario non esclude che i lavoratori si organizzino in associazioni libere e private per scopi educativi, politici, assistenziali, ricreativi ed in altre opere di carattere cooperativo e professionale.
Sono prefigurati in questa frase ruolo e compiti delle future Acli.
L’acronimo – che sciolto rinvia a Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani – è un’invenzione di Vittorino Veronese e si rivela innovativo nella scelta dell’aggettivo cristiano, invece che cattolico e nel termine associazione declinato al plurale (perché le associazioni cristiane riguardano i lavoratori delle varie categorie: dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato e del commercio).
Nei mesi di giugno e luglio del 1944 si tengono tre incontri finalizzati a rendere operativo il progetto di costituzione delle future Acli, in cui sono abbozzate le linee statutarie e prefigurate le forme organizzative del movimento.
Il progetto maturato nel gruppo di studio era assai ambizioso. Puntava, infatti, a un movimento completo e specializzato, dove i lavoratori potessero trovare risposta a tutti i loro bisogni, dalla formazione spirituale all’assistenza sociale, all’abilitazione sindacale (in Giuseppe Pasini, Le Acli delle origini, Coines, 1974).
Segue una fase di presentazione del movimento all’esterno. Un primo momento è costituito da un convegno che si tiene il 30 luglio a Roma presso il Collegio di San Giuseppe dei Fratelli delle scuole cristiane a piazza di Spagna, nel corso del quale Grandi illustra al pubblico il progetto delle costituende Acli e i risultati organizzativi già raggiunti.
Un secondo e più importante incontro, ritenuto generalmente come il vero e proprio momento fondativo delle Acli, si svolge dal 26 al 28 agosto, sempre a Roma, nel salone dei Domenicani della chiesa di Santa Maria sopra Minerva, a pochi metri di distanza dall’Hotel Minerva in cui don Luigi Sturzo aveva dato vita al Partito Popolare nel 1919.
Nel corso del convegno viene eletta una commissione centrale provvisoria presieduta da Achille Grandi: le Acli sono ufficialmente e operativamente costituite. Le Acli rappresentano una novità assoluta nel contesto dell’associazionismo cattolico del dopoguerra perché:
- nascono come una organizzazione autonoma e democratica;
- per prime costituiscono una presenza cristiana organizzata nel mondo del lavoro.
Al termine del I Convegno Nazionale “Per una maggiore e più consapevole partecipazione dei cattolici alla vita sindacale” (Roma, 8-11 marzo 1945), l’11 marzo 1945 il papa Pio XII riceve in udienza ufficiale i convegnisti delle Acli e il suo discorso, in cui definisce la nuova associazione cellula dell’apostolato cristiano moderno, è considerato l’assenso ufficiale della Chiesa alle Acli.
Per le Acli è giunta l’ora di organizzare il I Congresso Nazionale (Roma, 26-28 settembre 1946), in cui si definiscono espressione della corrente cristiana in campo sindacale e strumento per la formazione morale e sociale dei lavoratori. La storia delle Acli delle origini e fino al 1948 è principalmente la storia della corrente sindacale cristiana. L’attività prevalente è quella rivolta a preparare sindacalisti, a discutere problemi sindacali, a dare direttive in caso di scioperi, vertenze. Con la rottura dell’unità sindacale, avvenuta nel luglio del 1948, anche il ruolo delle Acli sarà destinato a cambiare.
Per saperne di più sulla storia delle origini delle Acli è possibile consultare l’ Archivio Storico delle Acli Nazionali