“Una riforma previdenziale si fa pensando non all’oggi, ma ai prossimi trent’anni. Le parti deboli sono i giovani e le donne, con le loro carriere discontinue e buchi previdenziali. Oltre a Quota 100, anche Ape sociale, lavoratori usuranti e precoci sono stati un supporto importante per chi ha difficoltà o carichi familiari, ma eccessivamente selettivi. Vorremmo un sistema che garantisca una flessibilità in ottica universalistica.” Un passaggio del Vicepresidente Acli e Presidente del Patronato AcliEmiliano Manfredonia intervistato su la Repubblica sulla riforma previdenziale.
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Fonte: www.larepubblica.it