L’approvazione dell’emendamento alla Legge di Bilancio volto a rafforzare i servizi sociali comunali, stanziando risorse e consentendo l’assunzione di personale al fine di assicurare – e superare – il Livello Essenziale delle Prestazioni di almeno 1 assistente sociale ogni 5.000 abitanti, è un primo importante passo nella direzione delineata dall’Alleanza contro la Povertà per rafforzare il Reddito di Cittadinanza e migliorare l’efficacia dei percorsi di inclusione sociale delle persone in condizioni di bisogno. Un intervento che sarà utile per attivare quei percorsi di inclusione che – in partnership con la rete dei servizi sviluppata dal terzo settore – costituiscono l’infrastruttura del welfare locale per la presa in carico delle persone. Il rafforzamento dei servizi sociali è una delle 8 proposte presentate dall’Alleanza contro la Povertà alla vigilia della predisposizione della legge di Bilancio e illustrate in un incontro dedicato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, che ha mostrato attenzione per le nostre proposte e disponibilità a un nuovo confronto di merito nelle prime settimane del prossimo anno.
L’emergenza sociale alimentata dalla crisi pandemica deve trovare una prima e importante risposta in una misura di contrasto alla povertà efficace quale può e deve essere il Reddito di Cittadinanza adeguatamente migliorato e rafforzato. Per questo continueremo a chiedere al Ministro Catalfo e a tutto il Governo l’impegno ad adottare le nostre ulteriori 7 proposte:
1) Incrementare il sostegno economico per le famiglie in povertà con figli aumentando l’equità della misura, sostituendo l’attuale scala di equivalenza con quella dell’Isee ed eliminando il tetto per le famiglie numerose (o innalzandolo
sensibilmente). Il costo stimato è di circa 4 miliardi e 365.000 sono le nuove famiglie beneficiate, con una riduzione d’incidenza della povertà di 0,7%.
2) Ampliare la platea dei beneficiari includendo gli stranieri con la riduzione degli anni di residenza richiesti per l’accesso alla misura da 10 a 2, abrogando contestualmente la norma che prevede l’obbligo di presentazione di specifica certificazione. La spesa sarebbe di 900 milioni e 153.000 le nuove famiglie beneficiate. Riduzione dell’incidenza della povertà: 0,2%.
3+4) Consentire maggiore accesso alla misura anche a una parte di coloro che sono caduti recentemente in condizioni di povertà e hanno usufruito del Rem attraverso un temporaneo innalzamento della soglia ISEE (da 9.360 a 15.000) e un allentamento dei requisiti aggiuntivi richiesti sul patrimonio mobiliare e immobiliare. Per un costo stimato di 1,5 miliardi e 320.000 nuove famiglie coinvolte, con riduzione d’incidenza della povertà di 0,3%.
5) Eliminare la sospensione di un mese nell’erogazione del RdC per coloro che hanno diritto al rinnovo.
6) Agevolare l’utilizzo dell’Isee corrente introducendo la possibilità di richiedere tale indicatore anche in presenza di sensibili perdite del patrimonio mobiliare e/o immobiliare.
7) Reintrodurre l’analisi preliminare da parte del Segretariato Sociale per garantire adeguata valutazione multidimensionale dei bisogni dei nuclei coinvolti; con verifica da parte del MLPS e della Rete della Protezione e dell’Inclusione Sociale del rispetto dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e adozione degli interventi necessari in caso di difficoltà o inadempienza delle amministrazioni locali.
Fonte: www.acli.it