Ad un anno dalla pandemia del Covid, la riduzione delle interazioni sociali ha drammaticamente ridotto lo “spazio vitale” di molti anziani, con un impatto negativo non solo sullo stato di funzione fisica, ma anche sul tono dell’umore e a volte anche sulla performance cognitiva.
L’isolamento domestico ha comportato una significativa riduzione del livello di attività fisica con conseguenze negative in particolare nei soggetti affetti da osteoporosi, artrosi, malattie neurologiche come il Parkinson, diabete mellito, malattie cardiovascolari.
Non da ultimo è importante sottolineare che i minori contatti, l’isolamento e la paura di contrarre l’infezione ha molto spesso causato un differimento delle cure mediche con variabili individuali importanti, spesso legate a differenze culturali ed economiche, ad esempio in termini di accesso a internet e/o utilizzo di smartphone per video chiamate.