Il tema attorno al quale ruota questo duplice incontro è la fede. La fede della donna che, sfidando le proibizioni al contatto dovute alla sua impurità rituale, tocca il lembo del mantello del maestro e si scopre guarita e salvata. La fede di Giairo che si getta ai piedi di Gesù per implorare la guarigione di sua figlia e continua ad avere fede nella Parola del Maestro nonostante gli venga comunicata la morta della fanciulla.
Nonostante l’evidenza dei fatti giocasse completamente a loro sfavore, entrambi si affidano alla Parola del maestro.
In questi anni di missione nelle periferie della megalopoli limegna, ho incontrato tante donne come quella del Vangelo. Donne con una fede granitica e semplice, donne che non sanno né leggere né scrivere e che hanno avuto l’audacia di sfiorare il lembo del mantello di Cristo ed ora sono rivestite della sua grazia. È proprio vero che lo Spirito soffia dove vuole e a volte si beffa allegramente dei nostri progetti e delle nostre fumose strutture pastorali.
Forse dovremmo imparare a metterci in ginocchio ed allungare la mano per provare a sfiorare il lembo del mantello di Gesù. Forse dovremmo provare a metterci in cammino sulla Parola del maestro e, come Giairo, scopriremo che il Signore compie le sue promesse e che dona molto di piú di quello che osiamo desiderare, chiedere o sperare.
Mi piace sottolineare che entrambi gli episodi narrati da Marco sottolineano l’importanza del tatto. Da una parte, la donna tocca il manto del maestro; dall’altra, Gesù prende per mano la fanciulla che tutti credevano morta e la risveglia. Il Signore si immischia nella nostra umanità, si fa uno di noi, intreccia le sue mani con le nostre. Lui ci raggiunge la dove siamo, nelle bassezze e povertà che inevitabilmente sperimentiamo ogni giorno. La sua mano ci afferra e ci rialza, il calore delle sue dita sono un sussurro di vento carico di speranza: «Non temere, soltanto abbi fede!»
Se vuoi approfondire questo testo, ti consiglio il mio libro: Una carezza per tutti, edito con Ancora. Ho provato a riflettere sulla mano di Gesù nel Vangelo di Marco.
Un abbraccio
Don Roberto Seregni