Ieri all’Auditorium della Conciliazione di Roma le ACLI hanno celebrato gli 80 anni dalla loro fondazione, un cammino lungo segnato dall’impegno per la giustizia sociale, la democrazia e la solidarietà. A rendere ancora più speciale l’evento è stata la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, simbolo dell’unità nazionale e custode dei valori costituzionali, che ha voluto partecipare per sottolineare il ruolo fondamentale delle ACLI nella storia del Paese.
L’interpretazione dell’inno nazionale da parte della cantante Cristina Paolini, accompagnata dalla fisarmonica di Sergio Capoferri, musicista, ha aggiunto solennità al momento, preparando il pubblico a un racconto collettivo che ha attraversato la storia dell’associazione.
Lo spettacolo teatrale “80Storia“, ideato dall’Area Cultura delle ACLI nazionali e diretto da Massimo Donati, ha rappresentato il cuore narrativo della celebrazione. Presentato dalla giornalista Serena Bortone, lo spettacolo ha intrecciato letture sceniche, testimonianze, musiche e immagini per raccontare il cammino delle ACLI, dai difficili anni del dopoguerra fino alle sfide contemporanee.
Dolores Deidda, già responsabile del Dipartimento Sviluppo Locale del Formez, ha ricordato la figura di Emilio Gabaglio, definendolo una fonte di ispirazione per il presente e il futuro: “Persone come Emilio Gabaglio ci ispirano a proseguire con determinazione nel nostro impegno sociale.”
Claudio Sardo, giornalista, ha reso omaggio a Domenico Rosati, un uomo che ha saputo incarnare i valori fondanti dell’associazione e il dialogo tra Chiesa e società civile: “Rosati ha incarnato i valori fondanti delle ACLI, rappresentando una memoria storica e una guida per l’associazione.”
Maria Luisa Sergio, docente di storia contemporanea all’Università Roma Tre, ha tracciato il contributo delle ACLI nella ricostruzione democratica del Paese: “Le ACLI sono state protagoniste di un percorso di rinascita che ha intrecciato valori e azioni concrete.”
Non sono mancate testimonianze di chi vive quotidianamente l’impegno sociale. Sara Campiglio, educatrice Enaip, ha raccontato il valore della vicinanza nel lavoro con i giovani: “L’educazione si fonda sulla fiducia e sulla capacità di creare un clima accogliente e positivo.”
Silvia Maraone, cooperatrice Ipsia, ha condiviso l’esperienza lungo la rotta balcanica, dove la solidarietà si trasforma in un atto di resistenza umana: “Ogni passo è una conquista, ogni sorriso una vittoria. Camminiamo insieme per costruire un mondo più giusto.”
Infine, Claudio Cavaliere, ex minatore emigrato in Belgio, ha testimoniato il sacrificio e la forza della comunità italiana all’estero: “Nelle miniere eravamo tutti uguali, legati dalla forza collettiva e dalla solidarietà.”
Nel suo discorso di saluto a Mattarella, Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle ACLI, ha sottolineato come le ACLI abbiano sempre scelto di “stare dalla parte dei più fragili, promuovendo giustizia sociale e pace, con una fedeltà incrollabile ai valori della Costituzione”. Il presidente ha poi tracciato un parallelo tra il passato e le sfide di oggi, evidenziando il coraggio necessario per affrontare le disuguaglianze, il lavoro precario, le migrazioni e i conflitti internazionali: “Il nostro impegno è quello di costruire ponti e non muri, di essere testimoni di solidarietà in un mondo che spesso ci spinge verso l’indifferenza.”
Manfredonia ha fatto appello alla necessità di “un coraggio della pace”, rilanciando il desiderio di costruire un futuro in cui la dignità umana e la giustizia sociale siano al centro delle scelte politiche e comunitarie: “Il coraggio non è assenza di paura, ma è la capacità di amare la società, darle fiducia e agire con coerenza per cambiarla.”
Fonte: www.acli.it