La necessità di un approccio nuovo per gestire l’invecchiamento attivo

L’invecchiamento attivo rappresenta oggi una priorità cruciale per l’Italia, un Paese caratterizzato da una delle più alte aspettative di vita in Europa e da una significativa transizione demografica, segnata anche da un preoccupante invecchiamento della popolazione. Questa strategia, che la Fap Acli sostiene anche attraverso una serie di iniziative territoriali finalizzate ad una piena promozione degli anziani e ad un loro maggiore coinvolgimento nella quotidianità, mira a migliorare la qualità della vita degli over 65, garantendo la loro partecipazione sociale, economica e civica. Questo scenario richiede approcci innovativi per valorizzare il potenziale delle persone anziane, prendendo in esame differenti dimensioni. Innanzitutto quella occupazionale, giacché l’Italia presenta ancora tassi bassi di occupazione per gli over 55: a tal proposito, si rendono sempre più impellenti meccanismi che favoriscano la flessibilità pensionistica, le opportunità di formazione continua, nonché il contrasto alla discriminazione anagrafica nel lavoro.

Altra sfera cui guardare con grande interesse – e che vede la Fap impegnata in prima linea – è la partecipazione sociale, mediante iniziative capaci di promuovere il coinvolgimento degli anziani attraverso forme di volontariato, attività culturali e ricreative, programmi intergenerazionali. Ad esempio, il progetto “Generi e Generazioni”, realizzato dalla Fap e dai Giovani delle Acli, vuole sostenere la centralità del dialogo tra le generazioni, evidenziandone la straordinaria importanza per la costruzione di welfare più equi e lungimiranti e per riannodare i fili della memoria consentendo una comune visione del futuro.

Un ulteriore aspetto che si inserisce nella logica dell’invecchiamento attivo riguarda la salute, con una serie di interventi concernenti la prevenzione, il supporto all’autonomia personale, l’alfabetizzazione informatica e la promozione di stili di vita sani. Numerose attività provinciali della Fap – e la stessa adesione ad HappyAgeing – si propongono di veicolare informazioni, stili e modelli di vita capaci di preservare l’anziano, rilanciandone l’immagine, troppo spesso svilita.

Naturalmente, parlare di invecchiamento attivo implica una disanima attenta di tutti quegli investimenti nei servizi sociosanitari territoriali, nell’housing sociale, nell’innovazione tecnologica per l’assistenza, volti a superare tutte le differenze territoriali nell’accesso ai servizi, la limitata inclusione digitale e la persistenza di stereotipi sull’anzianità.

Per concludere, l’invecchiamento attivo richiede un approccio sistemico e multidimensionale, la cui sfida è trasformare l’allungamento della vita in un’opportunità di sviluppo sociale ed economico, valorizzando esperienze, competenze e potenzialità delle persone anziane.

Fonte: www.avvenire.it