Il bombardamento effettuato questa mattina sulla chiesa della Sacra Famiglia, unica presenza cattolica in Gaza, che ha portato al ferimento di diverse persone (in particolare due donne ricoverate in condizioni gravissime), fra cui il parroco padre Gabriel Romanelli, è un crimine che si aggiunge ai molti altri compiuti in questi mesi dalle forze armate israeliane.
In quella chiesa non c’era alcun terrorista, e alcuna minaccia alla sicurezza di Israele, che sta diventando un’ossessione cui vengono offerti veri e propri sacrifici umani, e che sta moltiplicando irresponsabilmente i fronti di intervento, come quello con il nuovo Governo siriano. Non è possibile parlare di “errori di tiro” in questo quotidiano stillicidio di violenza sconsiderata.
Siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria che ha perso da tempo ogni giustificazione sul piano militare, strategico e politico e che sembra mirata all’annichilimento puro e semplice di tutta la popolazione gazawi cosa che peraltro, sia pure su scala minore, sta accadendo in Cisgiordania.
La comunità della Sacra Famiglia è un punto di riferimento per moltissime persone, unico presidio di socialità e di carità nel deserto di morte e macerie creato dall’esercito israeliano. La strategia terroristica dell’esercito israeliano è ormai quella di disarticolare tutte le strutture della società civile della Striscia di Gaza facendo regredire la vita sociale verso la pura e semplice lotta per la sopravvivenza.
La Caritas del Patriarcato latino di Gerusalemme ha ricordato in un comunicato che “colpire o mettere in pericolo i civili in cerca di rifugio è una grave violazione delle leggi umanitarie internazionali e un assalto diretto alla dignità umana.” Facciamo nostre queste parole e chiediamo alla comunità internazionale, ed in particolare al Governo italiano di voler intervenire con una ferma condanna delle azioni del Governo e dell’esercito israeliano, che ormai si configurano quali veri e propri crimini di guerra, adottando tutte le misure necessarie perché cessino queste violenze indiscriminate, gli ostaggi ancora in mano ad Hamas (vivi o morti che siano) vengano rilasciati e si arrivi ad una tregua permanente.
Fonte: www.acli.it