Presa di posizione approvata dal Comitato Nazionale della Fap Acli il 16 Dicembre 2015
Il tema dell’adeguamento delle pensioni al costo della vita è un tema caldo e i vari provvedimenti normativi intervenuti a partire dal 1992 non sono stati idonei a garantire il potere di acquisto dei trattamenti pensionistici.
Nel 2016, per la prima volta, l’aumento della pensione sarà a pari a zero, e anzi, sulla base del dato di rivalutazione definitivo per l’anno 2015, risultato più basso dello 0,1% rispetto alla percentuale applicata in via previsionale, ai pensionati sulle prime rate mensili in pagamento nel prossimo anno verrà trattenuta la differenza di quanto è stato loro riconosciuto in più.
La Fap Acli ribadisce l’importanza dell’azione legislativa del Governo affinché metta mano al meccanismo di perequazione delle pensioni favorendo maggiormente i trattamenti medio bassi attraverso una rimodulazione strutturale delle fasce di rivalutazione e applicando anche ai trattamenti oltre 6 volte il trattamento minimo una riduzione progressiva dell’aliquota di rivalutazione
La Fap Acli in collaborazione con il Patronato Acli formulerà una proposta che risponda a queste esigenze.
Sul tema della rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012/2013 sulla base dell’intervento normativo disposto dal Governo con il DL 65 del 21/05/2015 convertito nella legge 17/07/2015 n. 109, appare evidente che la disciplina da questo introdotta non possa ritenersi pienamente corrispondente ai principi di adeguatezza e proporzionalità enunciati dalla Corte Costituzionale con la nota sentenza n. 70/2015, con la quale è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del “blocco” della perequazione disposto dalla Riforma Monti-Fornero (art. 24, comma 25 del DL 201/2011).
La Fap Acli attiverà un supporto ai pensionati per la presentazione di ricorsi amministrativi volti ad ottenere una maggiore quantificazione della perequazione loro spettante per gli anni dal 2012 in poi, garantendo loro anche una tutela giudiziaria.