Oramai è un fatto acclarato: la vita media in Italia si è allungata. Tra il 2000 e il 2014 l’aspettativa media di vita degli italiani è passata da 79,8 a 83,2 anni, con un aumento di 3,4 anni. A ciò, purtroppo, è seguito anche un peggioramento delle condizioni di salute. Con un comparsa prematura, rispetto al passato, delle malattie croniche. E’ quanto emerge da uno studio effettuato da alcuni ricercatori di Tor Vergata. In pratica è stato rilevato che l’età media nella quale si manifestano le malattie croniche è scesa da 56,5 a 53,5 anni: di fatto si è aperta una forbice di 6,4 anni vissuti a stretto contatto con un problema fisico.
Il numero degli anni trascorsi almeno con un problema cronico è salito, soprattutto tra le generazioni più giovani. Questo sarebbe il frutto di una molteplicità di fattori socio-economici che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio: gli effetti della globalizzazione, stili di vita poco salutari, il cambiamento demografico, l’esplosione del debito pubblico e il rincaro dei prezzi per la casa hanno colpito in maniera diversa la popolazione, a seconda della fase di vita (giovani, adulti, anziani) durante la quale i singoli individui sono stati investiti sulla base della loro condizione economica. In buona sostanza hanno peggiorato la qualità della vita, con effetti negativi sullo stato di salute che negli ultimi quindici anni ha colpito soprattutto le fasce più giovani, causando quindi una riduzione dell’età media nella quale cominciano a manifestarsi le malattie croniche degli italiani.
Questo è un problema di cui la politica dovrà occuparsi perchè in futuro è facile ipotizzare che gli anziani, rispetto agli attuali, avranno bisogno di cure maggiori somministrate prima di quanto si possa immaginare.