«I dati pubblicati oggi dall’INPS confermano quanto già anticipato dal nostro Patronato: con l’innalzamento dell’età anagrafica per poter accedere all’assegno sociale (dai 65 anni e 7 mesi a 66 anni e 7 mesi) gli assegni liquidati hanno subito un vero e proprio crollo (- 73,5%), lasciando senza alcun strumento di sostegno un numero crescente di cittadini». Lo dichiara Roberto Rossini, Presidente nazionale Acli, esprimendo una forte preoccupazione per la crescita delle condizioni di disagio economico e sociale in cui si vengono a trovare migliaia di cittadini che rimangono senza alcuna prestazione assistenziale di sostegno a causa dell’aumento dell’età pensionabile. Il numero peraltro è destinato a crescere, visto che nel 2019 l’assegno sociale spetterà solo al compimento del 67° anno di età.
«Meno male che il Paese si è dotato di una misura universale di contrasto alla povertà che, secondo quanto rende noto l’Inps, riguarda 267 mila nuclei familiari che nel primo semestre del 2018 hanno ricevuto il Reddito di inclusione, per un importo medio mensile di 308 euro circa. Questo strumento funziona ma va potenziato presto nella prossima legge di bilancio», conclude Rossini.
Fonte: www.acli.it