Non tutti i lavori sono uguali, lo sappiamo, alcuni richiedono un
impegno fisico ed hanno tali conseguenze nel tempo per la salute del
lavoratore che il legislatore non ha potuto trascurarne la specificità.
Per questo è stata emanata una legge a tutela dei lavoratori che
svolgono attività particolarmente faticose e pesanti: si tratta di
quella introdotta dal primo gennaio 2008 che consente di anticipare
l’età pensionabile per coloro che svolgono questo tipo di attività
cosiddette “usuranti”. Tale normativa è attivabile solo nei confronti
dei lavoratori dipendenti che abbiano svolto nell’arco della propria
vita lavorativa alcune attività ritenute “usuranti”, che vengono suddivise in quattro categorie:
– Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, cioè coloro che svolgono lavori in galleria, cava o miniera; lavori ad alte temperature; lavori in cassoni ad aria compressa; attività per l’asportazione dell’amianto; attività di lavorazione del vetro cavo; lavori svolti dai palombari; lavori espletati in spazi ristretti.
– Lavoratori notturni che lavorano su turni e prestano la loro attività per almeno 6 ore, per un numero minimo di giorni lavorativi all’anno non inferiore a 64; lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo;
– Lavoratori addetti alla linea di catena impegnati all’interno di un processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione di tempi di produzione, che svolgono attività caratterizzate da ripetizioni costanti dello stesso ciclo lavorativo;
– Lavoratori conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo.
Per poter accedere alla pensione anticipata per i lavori usuranti, queste attività devono essere state svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di servizio, o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.
Il vantaggio per questi lavoratori consiste nella possibilità di accedere alla pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero.
Gli “usuranti” quindi potranno accedere alla pensione con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, un’età minima pari a 61 anni e 7 mesi ed il quorum della quota 97,6.
Questi requisiti valgono anche per i lavoratori notturni che svolgono la loro attività per almeno 78 notti all’anno.
Per verificare tutti gli altri casi, ad esempio relativi al lavoro notturno, è possibile rivolgersi al Patronato ACLI per ulteriori dettagli.
Per poter ottenere il beneficio del pensionamento per lavoro usurante, gli interessati devono presentare la richiesta telematica all’Inps entro il 1° maggio dell’anno precedente a quello in cui si maturano i requisiti agevolati.
Come fare la domanda?
La domanda è telematica e deve essere corredata della documentazione necessaria a dimostrare l’avvenuto svolgimento dell’attività lavorativa usurante. Anche i datori di lavoro sono tenuti a collaborare, compilando l’apposito modulo nel quale indicare le mansioni usuranti svolte dal loro dipendente.
Le maggiori difficoltà sono legate alla ricerca della documentazione, quando si deve dimostrare un’attività usurante avvenuta nei primi anni di carriera lavorativa può succedere infatti che il tempo trascorso sia tale che la documentazione (la certificazione dei turni) non sia più archiviata o che addirittura non ci sia più il vecchio datore di lavoro.
Fonte: www.patronato.acli.it