Ascensione del Signore

Gesù, ce lo chiediamo ogni anno, ogni volta che arriva questa festa: perché te ne sei andato? Non potevi restare? Avevi davvero bisogno di tornare al Padre?

Forse sarebbe stato tutto più semplice se tu, risorto e bellissimo, fossi rimasto in mezzo a noi con il tuo corpo segnato dalla Croce e trasfigurato dalla luce della Risurrezione.

Come ci sarebbe piaciuto ascoltare la tua voce, sentire il tuo profumo, incrociare i tuoi occhi, perderci nel tuo sguardo…

Ma tu hai scelto di tornare nella comunione del Padre, nello splendore della Trinità.
Ci hai detto tutto. Ci hai dato tutto.

Ti sei lasciato spremere sulla Croce come un grappolo maturo, per saziare la nostra sete. Hai brindato con noi all’Ultima Cena e ora ci mandi nel mondo, perché anche noi possiamo condividere quel vino buono con chi ha sete di amore e di perdono.

Sei tornato al cielo, ma non da solo. Ti sei portato dietro la nostra umanità, con tutte le sue ombre e le sue luci, le sue ferite e i suoi sogni. Ti sei portato dietro le nostre stanchezze, le nostre miserie, la nostra bellezza e la nostra povertà. Nulla di noi ti è estraneo.

Tu ci conosci, Gesù. Conosci la nostra fatica, il nostro dolore, il nostro smarrimento. Sai che è davvero difficile imparare l’arte del vivere.

E oggi ci ripeti: io sono con voi. Ci ripeti che sei salito al cielo per entrare ancora più in profondità dentro di noi e dentro l’umanità. Sei salito al cielo per tuffarti negli abissi della storia e stare accanto a chi è crocifisso, per camminare con chi è perduto, per tendere la mano a chi non ha più forza. Sei salito al Padre per poter soffiare nuovamente dentro di noi lo Spirito.

Lo vedi: le nostre vele sono ammainate e sgualcite. Rinnovaci con il tuo Spirito, che le vele della tua Chiesa si riempiano di passione e di speranza. Facci artigiani della pace, costruttori di ponti e interpreti di sogni di fraternità.

don Roberto Seregni