«Democrazie imperfette vulnerano le libertà: ove si manifesta una partecipazione elettorale modesta». Sono parole del presidente Sergio Mattarella, pronunciate alla Settimana sociale dei cattolici a Trieste. Un pensiero che le Acli avevano maturato da tempo, fino ad arrivare a lanciare la campagna “La tua politica” che consiste nella presentazione di due proposte di legge di iniziativa popolare su cui stiamo discutendo e raccogliendo firme da qualche mese. Spesso, infatti, ci sentiamo dire che “la nostra democrazia è in pericolo”. Cosa significa? Davvero un meccanismo di governo solido come il nostro può essere messo in discussione dopo 80 anni? La risposta è sì e la prova ce la forniscono i numeri dell’indagine svolta dal nostro Istituto di ricerca sociale, l’Iref per comprendere, tra i nostri iscritti, quale sia l’atteggiamento degli aclisti verso il sistema politico nel suo complesso e verso la democrazia in quanto tale, alla luce di un dato impressionante come la partecipazione di meno della metà degli elettori italiani alle elezioni europee del giugno scorso. Dall’indagine è emerso che il 95% dei soci delle Acli è andato a votare alle elezioni di giugno, mentre la partecipazione a iniziative politiche promosse dalle istituzioni nel corso dell’ultimo anno il dato scende al 36% , per precipitare a meno del 25% per le iniziative promosse dai partiti politici. Quasi due terzi dei soci aclisti interpellati ha poca o scarsa fiducia nella comunicazione politica che viene dai principali canali informativi. Nel complesso, i soci delle Acli si informano cercando di differenziare il più possibile le fonti e considerano il momento elettorale un appuntamento imprescindibile. Infatti, l’80% di loro dichiara la sua volontà di partecipare al voto sempre e comunque e il 48% si dichiara disponibile a partecipare a campagne di democrazia diretta come i referendum, le petizioni e le leggi di iniziativa popolare. Il campione di soci si mostra diviso in due rispetto a un’affermazione come «il mondo ha bisogno di essere guidato da leader forti»: oltre il 48% si dichiara in accordo o fortemente in accordo con questa idea; mentre il 42% ha un’opinione opposta. Per oltre il 76% degli intervistati senza partiti politici non può esserci democrazia. Infine, per la quasi totalità dei soci Acli la partecipazione attiva dei cittadini è essenziale per la vita democratica di un paese. Anche in questo caso si conferma una visione “forte” della democrazia rappresentativa, articolata attraverso una doppia mediazione: da un lato i partiti, intesi come interpreti della volontà dei cittadini; dall’altra gli elettori che pur delegando non possono esimersi dal fare la loro parte contribuendo attivamente alla vita pubblica. Tuttavia, pur ritenendo il ruolo dei partiti imprescindibile per la democrazia, i soci delle Acli sono assai critici sulla loro gestione interna, che vorrebbero ispirata a criteri di maggiore democrazia e trasparenza e meno frammentata in battaglie personalistiche e di potere. Lo scopo della ricerca non era certamente quello di dimostrare quanto siano virtuosi gli aclisti, ma senz’altro emerge una maggiore fiducia nell’Associazione come corpo intermedio, rispetto ai partiti, che si sono un po’ dimenticati soprattutto della formazione sociale e politica degli elettori. I dati dimostrano, inoltre, che i due disegni di legge che abbiamo presentato all’attenzione dei cittadini poggiano solidamente su un’opinione diffusa all’interno del movimento: il primo, infatti, mira a ricostruire il rapporto fra partiti e cittadini attraverso la creazione di un Registro nazionale dei partiti politici, in cui saranno inscritti quei partiti che dimostreranno di aderire a criteri di democrazia interna e di trasparenza nella determinazione delle scelte politiche e delle candidature come nella gestione dei bilanci. Nel secondo si propone la possibilità dell’istituzione di assemblee civiche a tutti i livelli (comunale, regionale, nazionale) che, senza interferire con l’attività degli organi istituzionali democraticamente eletti, permettano ai cittadini di esprimere il loro punto di vista e le loro proposte su questioni di interesse generale. Molte realtà associative hanno manifestato la loro attenzione a questi progetti di legge e questo ci fa ben sperare, sia rispetto alla raccolta di firme sia, più in generale, alla possibilità di tenere aperta una proficua discussione su come valorizzare ed implementare la democrazia in tempi difficili. Come ha detto Mattarella a Trieste, citando il presidente della Cei: « La Costituzione seppe dare un senso e uno spessore nuovo all’unità del Paese e, per i cattolici, l’adesione ad essa ha coinciso con un impegno a rafforzare e mai indebolire, l’unità e la coesione degli italiani. Spirito prezioso, come ha ricordato di recente il cardinale Matteo Zuppi, « perché la condivisione intorno a valori supremi di libertà e democrazia è il collante, irrinunciabile, della nostra comunità nazionale».
Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale Acli
Editoriale per lo speciale di Avvenire del 29 ottobre 2024 dedicato alle proposte di legge popolare delle Acli
In allegato le due pagine di speciale
Fonte: www.acli.it