La crisi della pandemia ha inferto un duro colpo al nostro sistema economico, al nostro modo di vivere, di produrre, di coltivare e vivere le relazioni. Niente è stato risparmiato da questo sconvolgimento esteso e profondo. La nostra stessa quotidianità è stata modificata, i nostri tempi di vita e di lavoro, il nostro modo di percepire il presente e il futuro.
In questo vero e proprio terremoto economico e culturale, la vita delle persone e delle famiglie ha subito una trasformazione e una destabilizzazione quale non si vedeva forse dal secondo conflitto mondiale. Nessuna generazione è stata risparmiata, all’interno del contesto familiare. Gli adulti hanno perso il lavoro o parte rilevante del reddito, i minori la loro stabilità affettiva, i giovani il loro mondo educativo e ricreativo, gli anziani la loro possibilità di essere in contatto con le persone care. La famiglia ha in questo dimostrato la sua capacità di resilienza, di cura e di tenuta dei legami, ma ha anche pagato i costi più alti della precarietà economica, del disagio e dell’incertezza del domani. Tuttavia ha continuato a rappresentare una sponda di risorse relazionali senza le quali difficilmente si sarebbe potuto attraversare la crisi più grave dal dopoguerra.
Per questo riteniamo che nella ripartenza del nostro Paese e nella ricostruzione del suo tessuto socio-economico, gravemente danneggiato dalla pandemia sanitaria e sociale, la famiglia può e deve rappresentare un valore aggiunto di GENERATIVITA’.
Quattro sono le dimensioni della funzione generativa familiare. Un QUADRANTE di valori e una CORNICE di senso in cui collochiamo i punti cardinali del nostro futuro.
La famiglia è fonte di generatività a tutto tondo.
- Demografica in quanto sorgente di trasmissione della vita
- Sociale in quanto contesto delle relazioni primarie
- Educativa in quanto propagatrice di valori
- Economica in quanto promotrice di un nuovo modello di sviluppo
La natalità è tema fondamentale per il futuro del nostro Paese, non solo in quanto indicatore di speranza e di progettualità, ma anche in quanto fattore di equilibrio inter-generazionale e di sostenibilità del nostro sistema di welfare. La fine dell’inverno demografico deve tuttavia accompagnarsi alla rinascita dei valori relazionali, alla cura per l’altro, alla stabilità e alla fiducia nei legami, che hanno bisogno di impegno e condivisione per nascere e per crescere nel tempo.
La generatività della famiglia ha un ampio spettro di azione, ha molte facce che si espandono all’intero corpo sociale, ma per essere realizzata richiede riconoscimento, sostegno e accompagnamento, vale a dire politiche sociali e familiari, mirate e sistemiche. In questo senso, affermare il valore aggiunto della famiglia implica un rapporto sinergico tra società civile e istituzioni politiche in modo che le energie messe in campo dalla prima, anche attraverso le relazioni familiari, trovino una sponda di implementazione, concretizzazione e rimozione degli ostacoli al loro pieno sviluppo.
Le fragilità della famiglia sono infatti legate al contesto in cui vive: secondo una recente ricerca dell’IREF ACLI una diminuzione rilevante di reddito familiare durante il lockdown è stata registrata tanto nei nuclei familiari che già vivevano una condizione di estrema fragilità, quanto nel ceto medio che ha subito uno slittamento significativo verso il basso.
La presenza di figli minori ha in modo particolare esposto le famiglie al rischio di cadere nella povertà assoluta. Un rischio inaccettabile per una società che ha a cuore il suo futuro.
Oltre all’erosione dei redditi, occorre considerare come fattore di rischio la frammentarietà delle politiche sociali e la logica emergenziale nella quale sono spesso formulate, seguendo piuttosto che governando le turbolenze dell’economia. Per questo le ACLI auspicano che il disegno complessivo del PNRR, l’uso e la ripartizione delle sue risorse vadano in questa direzione, e guardano con favore al Family Act come cornice normativa di un sistema di misure incisive e organiche, di politiche familiari strutturali che possano ridurre l’incertezza del futuro. L’Assegno Unico Universale Familiare se attuato con le giuste attenzioni tra equità e universalità, può essere un primo tassello di questo cambiamento di paradigma delle politiche familiari. In sintesi, la lente sulla famiglia mette in luce un modello di sviluppo da ripensare nelle sue finalità e nelle sue priorità, aprendo per il nostro Paese una stagione nuova di rilancio e coesione.
Un’opportunità da cogliere, per far avanzare il nostro futuro nella direzione dell’equità e della sostenibilità, della fiducia e della progettualità condivisa.
La famiglia può essere promotrice di questa nuova fase anche in quanto luogo generativo di nuovi modelli di consumo, di nuovi stili di vita che mettano al centro le persone e i loro bisogni reali. D’altro canto, alimentando la fiducia nel futuro, la famiglia può incoraggiare la ripresa dei consumi dalla quale dipende il rilancio del mondo produttivo e del mercato interno, fonte della prosperità e del benessere collettivo. La stessa propensione delle famiglie italiane al risparmio, confermata anche durante questi difficili frangenti, deve superare l’atteggiamento di chiusura difensiva e favorire nuove opportunità di spesa e investimenti.
Su questo versante, decisivo nell’immediato e prossimo futuro, la famiglia può svolgere un ruolo propulsivo di primaria importanza, trasmettendo al contempo i valori orientati al bene comune, al superamento dell’individualismo, alla cura e alla gratuità delle relazioni buone.
Per questo, quando affermiamo che la famiglia trasmette la vita vogliamo dire che questo non riguarda solo la vita biologica, ma anche quello che la rende un dono prezioso per sé e per gli altri.
La politica che mette al centro la famiglia, nella concretezza delle sue azioni e dei suoi obiettivi, è una politica che mette al centro le persone, riaffermando il loro primato e la loro dignità. Le ACLI auspicano che questo criterio rappresenti una linfa vitale per la vita delle istituzioni e per il loro autentico rinnovamento in questo momento storico, difficile e cruciale per i prossimi anni e decenni.
In occasione della Giornata Internazionale della Famiglia, istituita dall’ONU nel 1994, del prossimo 15 maggio, le ACLI confermano dunque il loro impegno per e con le famiglie, affinchè vengano collocate nel cuore dell’azione e della progettualità politica. E’ tempo della famiglia, della sua specifica e insostituibile vocazione al servizio del bene comune, della società e del Paese.
Lidia Borzì
Responsabile Famiglia Acli nazionali
Fonte: www.acli.it