Mandato da Dio!
È una espressione che presa isolata da tutto il resto al primo impatto mi fa un po’ rabbrividire, anche più del freddo di questo periodo invernale. Quanti dittatori nella storia (anche recente) si sono appellati a questo “mandato” per fare di tutto e affermare alla fine se stessi e non Dio, o almeno non Dio come ce lo rivela Gesù nel Vangelo.
Nello stesso tempo è una espressione che mi dà una grande consolazione e mi invita a ripensare la mia storia personale, fatta di piccoli incontri e piccole esperienze che messi insieme fanno la mia vita.
Giovanni Battista per l’evangelista Giovanni è mandato da Dio, per dare una testimonianza a qualcosa che è più grande di lui, ma che punta proprio su Giovanni, questo semplice e pover’uomo nel deserto, per manifestarsi.
Nel dialogo tra Giovanni e gli inviati dei Giudei, Giovanni è prima di tutto preoccupato a dire quello che non è (“non sono il Cristo”, “non sono Elia”, “non sono il profeta”) pur avendo la possibilità di farlo e in questo modo accentrare l’attenzione su di sé. Giovanni per rispondere alla domanda che gli fanno (“tu chi sei?”), trova nelle parole del profeta Isaia la risposta: una voce nel deserto, un annunciatore che invita a dare spazio a Dio!
Ce’ un quadro stupendo di Leonardo da Vinci che amo molto, e che rappresenta Giovanni il Battista. È custodito al museo del Louvre che possiede altri quadri del famoso pittore fiorentino del rinascimento, tra i quali la più famosa Gioconda. Il ritratto di Monna Lisa cattura l’attenzione di molti più visitatori, eppure a me questo ritratto a mezzo busto di Giovanni Battista colpisce di più.
Giovanni è rappresentato come un giovane imberbe che emerge da una oscurità del fondo con un gioco di luce che sapientemente viene dall’alto (con uno stile che sembra anticipare Caravaggio di un secolo dopo). Ci sono due cose che colpiscono di questo semplice ritratto: il volto e il dito della mano destra che punta verso l’alto, fuori da quadro. Posso dire che in quest’opera sono rappresentati Giovanni e nello stesso tempo Dio, anche se non si vede, ma è indicato dal Battista.
Come dice il Vangelo, Giovanni non è la luce e non è tutto quello che gli attribuiscono gli altri. Giovanni Battista è uno che indica con le proprie parole e con la propria vita Qualcuno di più grande che sta oltre ma nello stesso tempo vicino.
Voglio fidarmi di Giovanni Battista come hanno fatto tanti suoi contemporanei che andavano da lui a farsi battezzare e iniziavano un cammino di conversione sincero e non di facciata (come era ormai ridotto il rito del Tempio di Gerusalemme e la religiosità di Farisei e Scribi). In tanti accorrono nel deserto (luogo simbolico per gli ebrei che richiamava il cammino lungo e faticoso di liberazione) per ritrovare una nuova strada per la fede e la vita.
Voglio fidarmi anche di tanti “Giovanni Battista” che Dio manda nella mia vita per invitarmi a cambiare, crescere spiritualmente e umanamente. E come faccio a riconoscere che sono veramente mandati da Dio? Proprio come Giovanni Battista alla fine non indicano sé stessi, non mi portano alla dipendenza mentale e non sono accentratori per tornaconto personale. Chi è mandato da Dio come il Battista, è colui che, attraverso quello che fa e quello che dice, libera il prossimo, indica la strada e lascia andare, e mi fa sentire Dio vicino.
E anche io sono mandato da Dio quando aiuto qualcun altro a trovare il proprio posto nel mondo e gli faccio sentire Dio vicino, senza essere io Dio e senza mettere me al primo posto di tutto.
Come cristiano sono chiamato a fare come nel quadro di Leonardo: chi sta con me dovrebbe vedere non solo il mio volto, le mie parole, i miei gesti, le mie scelte, ma anche vedere che tutto questo richiama qualcun Altro di più grande da cui ricevo luce e amore, e che è oltre me.
Questa è la vera testimonianza cristiana, questo mi fa essere “mandato da Dio”
Don Giovanni Berti