Non c’è Stato membro in cui uomini e donne non continuino ad esercitare una professione dopo aver raggiunto la pensione. E’ quanto emerge dai dati Eurostat, da cui emerge che sono soprattutto i liberi professionisti a continuare a lavorare dopo aver iniziato a percepire l’assegno pensionistico. Nel 2023 più della metà dei titolari di partite Iva (56,4 per cento) risultava ancora attiva nonostante età anagrafica ed età contributiva permettesse di ritirarsi a vita privata. Praticamente l‘Ue vantava quasi 2,2 milioni di pensionati-lavoratori.
L’Istituto di Statistica europeo non spiega per quale motivo chi potrebbe godersi la vita continua invece con il solito tran-tran. Per qualcuno potrebbe esserci una personale passione per il lavoro, per altri però potrebbe pesare una situazione previdenziale non delle migliori dovuta proprio all’assenza di contratti tipici e dunque una causa di forza maggiore. Certo è che la questione dei lavoratori-pensionati si pone soprattutto per Svezia (98,4 per cento), Finlandia (88 per cento) e Irlanda (87,7 per cento).In termini assoluti però è l’Italia al primo posto per numero di persone uscite dal mercato del lavoro senza però mai abbandonarlo davvero. Sono circa 394.500 le persone che rinunciano al diritto di non lavorare più per continuare invece a farlo pur dopo aver lavorato tutta una vita. Anche nel caso tricolore dati ed elementi di riflessione per la funzionalità di un sistema che risente probabilmente dell’elevato numero di contratti atipici e di partite iva.
Fonte: www.euronews.it