L’Ocse conferma che nel 2050 gli over 65 saranno oltre 2,4 miliardi di persone. Attualmente sono 900 milioni, ma in Italia costituiscono già il 20% della popolazione. Un dato allarmante che rischia di compromettere molti settori. A cominciare da quello sanitario. Il modello di assistenza sanitaria prevalente al giorno d’oggi non ha tenuto conto delle variazioni epidemiologiche e delle reali necessità assistenziarie della popolazione. Il principale obiettivo a tutt’oggi rimane quello di costruire nuovi ospedali, acquistare attrezzature innovative e costose, migliorare sempre più i servizi per gli acuti. L’invecchiamento della popolazione richiede invece un deciso cambio di direzione, che sposti il baricentro dalla cura di pochi episodi acuti, alla moltitudine delle necessità dei ‘cronici’. Uno scenario che riporta in primo piano il ruolo della medicina di famiglia e della continuity of care attraverso diversi attori sul territorio.
Anche le città dovranno essere ripensate. Oggi la popolazione metropolitana è costituita per il 22% da anziani. L’urbanistica dei diversi municipi dovrebbe allora tener conto delle esigenze degli anziani, assicurando trasporti e servizi adeguati. Utile sarebbe l’utilizzo di un certo numero di indicatori (concernenti la salute, le abitazioni, i trasporti, l’occupazione, ecc) che aiutino i cittadini e i loro rappresentanti a comprendere meglio i cambiamenti demografici e a pianificare come gestirli.