Pubblicizzando una pasticca per i bruciori di stomaco Grillo ha detto: “Quest’Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare, di pensare un po’ ai loro nipoti, ai loro figli, ma preferiscono stare così”.
Evocare lo scontro tra le generazioni in un paese in cui i pensionati hanno pagato pesantemente la crisi e nonostante tutto reggono il peso del welfare familiare, pensano a figli e nipoti con i soldi e l’impegno volontario e gratuito è davvero impressionante.
“Per un’Europa accogliente e amica delle persone anziane”. Questo è il tema che abbiamo proposto ai partiti e candidati in vista delle elezioni europee d’intesa con Age Platform Europe.
La visione comune è quella di una società per tutte le età, libera dai preconcetti legati ad essa, fondata sulla solidarietà e la cooperazione tra le generazioni, dove tutti hanno un ruolo attivo nella comunità e godono di pari diritti e opportunità in tutte le fasi della vita al di là dell’età, del genere, della razza o origine etnica, della religione o credo, dello stato sociale o economico, dell’orientamento sessuale, delle condizioni fisiche, mentali o di non autosufficienza.
Per costruire una società per tutte le età è necessario che le istituzioni e i gruppi interessati si prendano l’impegno di creare nuovi modi della organizzazione sociale, per assicurare un futuro più equo e sostenibile per tutte le generazioni e contrastare l’attuale crisi economica e sociale. Un largo coinvolgimento della società civile nel processo decisionale, a tutti i livelli, è la garanzia per costruire una Europa fondata sulla democrazia, la trasparenza e la partecipazione.
Sappiamo che auspicare l’ “invecchiamento attivo” senza porsi anche i problemi che riguardano le nuove generazioni sarebbe limitativo, parziale, inadeguato con il rischio di lasciar crescere un conflitto intergenerazionale dagli esiti imprevedibili su cui molti soffiano sul fuoco.
Perciò occorre innanzitutto rimuovere le infondate accuse, palesi o subdole, verso le persone anziane le cui colpe sarebbero l’allungamento della vita media e con essa del periodo di pensionamento con la conseguente crescita dei costi di welfare (pensioni, servizi sanitari, assistenza, ecc.): l’allungamento della vita è invece un successo, il sistema previdenziale e pensionistico italiano è in perfetto equilibrio e le pensioni sono per il 80% al disotto dei 1.000,00 euro al mese e sono in continua perdita del potere d’acquisto (-30% negli ultimi 5 anni); sanità ed assistenza sono state innanzitutto vessate dalla cattiva gestione, dagli sprechi e dagli abusi clientelari della bassa politica e solo in seconda istanza dalla crescita della domanda di servizi da parte degli anziani.
La democrazia partecipata non rimarrà un miraggio se sarà praticata e vissuta dagli anziani. Ma la cittadinanza attiva non è solo un contenitore, una metodologia o uno strumento, è anche e soprattutto una filosofia, una visione della vita. I nuovi anziani, per una questione non solo anagrafica e affettiva, credono nei valori della Costituzione italiana, nei diritti fondamentali, che non possono essere messi in discussione neppure da chi gestisce l’agenda per salvare il paese dal baratro economico tanto meno dai populisti in salsa nostrana. È meglio andare sottosopra che rinunciare ai diritti fondamentali. E poi, credono che la nostra repubblica si fonda sul lavoro, essi che provengono in genere da una lunga esperienza lavorativa, che sanno del dramma della disoccupazione vissuto da loro o dai figli e che continuano a immaginare per sé forme di attività collegabili al lavoro, soprattutto nell’ambito dei beni comuni.
Il consenso elettorale di tanti pensionati e anziani è legato alla richiesta di un forte cambiamento della politica economica dell’Unione Europea. Il voto ha detto in modo netto che il tempo dell’austerità è finito. Dal voto viene la domanda di una nuova politica, che metta al centro il lavoro e la lotta alle grandi diseguaglianze emerse in questi anni a seguito della grande crisi e, proprio pensando a figli e nipoti, i pensionati hanno dimostrato grande senso di responsabilità dando fiducia al Presidente Renzi, anche senza aver ricevuto gli 80 euro. Che però vogliamo lo stesso.
pasquale orlando