Le fondamenta di una società libera e delle sue istituzioni sono proprio nel non lasciare alcuna persona sola di fronte alla violenza, all’odio e all’intimidazione. Nessuna tolleranza verso fascismo e simpatie fasciste, condanna ferma verso chiunque predichi violenza, odio e indifferenza. Resistenza e Antifascismo non sono un patrimonio umano e civile di una parte politica. Sono la nostra comune civiltà. L’Antifascismo non è riducibile a un fatto d’opinione, è origine e centro della nostra Costituzione, Costituzione che ogni istituzione e ogni carica istituzionale è impegnata davanti al nostro popolo a difendere ogni giorno. La Resistenza l’hanno fatta tutte insieme le forze democratiche, non solo una parte. Odio e indifferenza sono matrici del fascismo e di ogni dittatura e guerra. Odio e indifferenza sono fratello e sorella. Quante migliaia di persone, donne, bambini, madri e padri, quante nostre sorelle e fratelli devono ancora morire davanti ai nostri occhi o a telecamere spente nel nostro mare? “Nostro” non come proprietà, non perché ci passano i nostri confini, ma “Nostro” perché la storia ci consegna un destino di responsabilità e di ponte tra i popoli, ci piazza al centro del mondo e noi non dobbiamo voltare le spalle e chiuderci in un nuovo medioevo di barbarie. Si tratta di essere civili in un Paese civile. Non si tratta di scegliere una parte politica. E la Civiltà fiorisce e deve fiorire innanzitutto a Scuola. Per questo alla dottoressa Savino e ai ragazzi aggrediti va la nostra solidarietà e il nostro grazie per il loro coraggio. La Scuola non deve essere immaginata come una fabbrica di robot competitivi, ma deve promuovere esistenze libere e dignitose, quelle esistenze libere e dignitose che la Costituzione chiede al lavoro di assicurare. La centralità della Scuola e la centralità dell’Educazione nella scuola sono la radice della democrazia. Diversamente formiamo ad essere persone sole le une contro le altre, non abbiamo in testa la Civiltà, ma la giungla in cui vince il più forte. Non è questa la storia e la bellezza che ci consegna il nostro Paese e questa città. Grazie dottoressa Savino, grazie Liceo Michelangiolo, un tempo una persona a noi tanto cara, don Lorenzo Milani scrisse con i suoi studenti “Lettera a una professoressa”, per dire del valore della Scuola per la giustizia sociale e la libertà, per la nostra democrazia, per dire che una parola in più che imparo oggi è un calcio nel sedere in meno che prenderò domani. Oggi la sua lettera risponde presente. Siamo qui tutti a rispondere insieme a lei. Sì, la Scuola educa alla democrazia, educa alla civiltà, all’essere umani. Questo è il merito alla base di un futuro libero e dignitoso, non la furbizia, l’arroganza, il girarsi dall’altra parte.
Fonte: www.acli.it