Poco più di 4 cittadini su 10 ha votato in Liguria, Manfredonia: “Basta col fingere di non vedere. Anche la Liguria dimostra che ora o mai più dobbiamo restituire ai cittadini un ruolo da protagonisti in politica”

“Al netto dei risultati di chi vince e chi perde queste elezioni regionali in Liguria abbiamo di sicuro davanti agli occhi una sconfitta certa che si chiama democrazia. Nessun Presidente della Regione può dirsi felice di rappresentare in realtà poco più di 1 cittadino ligure su 5. Chi ha vinto le regionali infatti lo fa con la metà circa dei voti di quella minoranza che ha votato e che equivale a 4 cittadini su 10. Sono numeri che dicono la gravità di una fuga dal voto e dalla politica che è ormai emergenza democratica e che in questo caso vedrà eletto un Presidente che con il voto di 1 cittadino su 5 circa deve governare per tutti. E’ davvero il momento, ora o mai più, di smettere di tenere la testa sotto la sabbia e di alzarla tutti per restituire protagonismo vero ai cittadini e credibilità ai partiti, che in Liguria sono anche stati oggetto di una tempesta legata al finanziamento privato che qualche ruolo anche sul calo di elettori quasi del 8% rispetto alle ultime regionali lo ha eccome. Per questo rispondere con strumenti concreti che restituiscano ai cittadini un ruolo attivo e rafforzino la fiducia nelle istituzioni e nei partiti”. Così Emiliano Manfredonia, Presidente Nazionale delle Acli, sulla disastrosa partecipazione al voto per eleggere il nuovo Presidente della Liguria. Solo il 45,96% dei cittadini, infatti, si è recato alle urne, contro il 53,42% del 2020. Un crollo che è parte di un trend nazionale: alle recenti elezioni europee del 2024 l’affluenza in Italia è scesa sotto il 50% per la prima volta in una elezione nazionale e le regionali della Liguria riescono a peggiorare anche quel dato.

Per contrastare questa crisi della partecipazione e restituire fiducia nei partiti, le Acli hanno avviato, insieme ad Argomenti 2000, una raccolta firme fino a fine novembre per sostenere due proposte di legge di iniziativa popolare.

La prima mira a migliorare la trasparenza dei partiti politici, con l’introduzione del registro nazionale dei partiti e di un finanziamento pubblico diretto per le attività relative alla partecipazione alle elezioni politiche locali, regionali, nazionale e europee. L’obiettivo è quello di garantire una gestione chiara e responsabile delle risorse e promuovere una maggiore fiducia dei cittadini nelle istituzioni politiche. In direzione opposta ad alcune delle vicende avvenute in Liguria.

La seconda proposta riguarda l’istituzione delle Assemblee partecipative e prevede modifiche agli attuali istituti partecipativi per creare nuovi spazi di democrazia diretta che consentano ai cittadini di partecipare attivamente alle decisioni politiche a livello locale e nazionale. Con l’obiettivo di ridare importanza e centralità alle formazioni sociali e alla cittadinanza attiva, coinvolgendo gli elettori nell’articolazione di proposte sulle quali i decisori pubblici siano tenuti a prendere posizione.

“Queste proposte di legge sono un vero antidoto all’epidemia dell’astensionismo che sta colpendo tutte le elezioni nazionali e locali italiane e sono leggi che nascono dalla volontà di restituire ai cittadini la centralità che meritano, rafforzando la loro voce e la loro fiducia verso le istituzioni. Un Paese non può definirsi democratico senza una partecipazione consapevole e accessibile e senza partiti credibili e capaci di vivere sempre e non quasi solo durante le elezioni. Per questo dopo queste elezioni liguri abbiamo ancora un mese per coinvolgere tutti quei cittadini e quei protagonisti della politica e dell’associazionismo che non vogliono vedere ridotto il Paese a numeri di partecipazione elettorale così fragili e non rappresentativi. Abbiamo un mese ancora per raccogliere le firme: le nostre proposte rappresentato un’opportunità per tutti coloro che desiderano una democrazia autentica e partecipata”, ha concluso Manfredonia.

Fonte: www.acli.it