Una mole di lavoro che rispetto allo scorso anno è aumentata del 200%, molte domande nel settore del pubblico impiego, tra cui parecchi insegnanti. È questo un primo report sulle richieste pervenute in questo primo mese al Patronato Acli di Quota 100, la nuova opportunità di accesso alla pensione anticipata contenuta nel cosiddetto Decretone del Governo. “Le richieste di anticipo di pensione sono più che quadruplicate nel solo mese di febbraio rispetto allo stesso mese del 2018” ha raccontato Nicola Preti, Direttore generale del Patronato Acli “c’è stato un grandissimo interesse intorno a questa misura, più di quello che potevamo immaginare anche se naturalmente ci siamo preparati molto bene nei mesi precedenti – ha continuato Preti – per far fronte soprattutto alla mole di consulenze richieste”.
I dati del Patronato Acli parlano chiaro: la maggioranza dei richiedenti “Quota 100” vengono dal settore del pubblico impiego, in larghissima parte dalla scuola, e 3 su 4 sono uomini, in possesso di una carriera contributiva con poche interruzioni. “Le richieste arrivate alla nostra sede sono soprattutto provenienti dal pubblico impiego, enti pubblici e scuola – ha raccontato Antonella Garofalo, responsabile del Patronato Acli di Catania – e devo dire che non mi aspettavo un simile boom, soprattutto ho visto persone stanche, che davvero non vedevano l’ora di uscire dal mondo del lavoro”.
Da nord a sud il trend sembra non cambiare troppo “La percentuale dei lavoratori del pubblico impiego è altissima, intorno all’80% – racconta Daniele Grigolin, responsabile del Patronato Acli di Padova – e nella maggior parte dei casi si tratta di donne che provengono dalla scuola o da enti statali. Abbiamo avuto tanti privati che sono però venuti a richiedere una consulenza, per capire quali sono i benefici di un eventuale accesso a “Quota 100” ma credo che in genere siano stati scoraggiati dal divieto di cumulo previsto dalla nuova norma”.
Tante le richieste, nonostante il decretone non sia stato ancora trasformato in legge dello Stato (c’è tempo fino al 28 marzo prossimo) e quindi, di fatto, molti hanno in qualche modo rischiato di dare le dimissioni prima di essere matematicamente sicuri di poter effettivamente usufruire dell’anticipo di pensione. “La consulenza è la parte fondamentale del lavoro che il personale nelle nostre sedi ha svolto in tutto il territorio nazionale – ha detto Preti – perché mette il cittadino realmente di fronte a quella che può essere la sua vita futura, non tralasciando nulla. Una buona consulenza deve cucire un vestito su misura addosso al cittadino, non si può trascurare l’elemento della qualità della vita. Sono venuti in questi giorni tanti nonni che hanno ben volentieri deciso consapevolmente di accedere al pensionamento per avere più tempo da dedicare ai propri nipoti”.
La gestione delle richieste è avvenuta, per la maggior parte, attraverso appuntamenti, in modo da non creare inutili attese. “Abbiamo appuntamenti fino a maggio – racconta Nicoletta Vivarelli, Direttrice del Patronato Acli della Liguria – e come percentuali di aumento della mole di lavoro posso dire tranquillamente che ci aggiriamo intorno ad un 300% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il 60% delle richieste è di insegnanti, in maggioranza donne”. Un quadro abbastanza chiaro, dunque, anche se la partita sulla Quota 100, al contrario di quella relativa al Reddito di cittadinanza, non è affatto finita. “In questo triennio ci sarà molto da presidiare e non finiremo certamente qui con le richieste, – prevede Nicola Preti – sicuramente diminuiranno in percentuale, ma credo che dovremo far fronte ad altre ondate, prima di tutto dal giorno dopo in cui la norma sarà una legge a tutti gli effetti (il 29 marzo) e poi a ridosso delle singole finestre che man mano si apriranno nel corso dell’anno”.
Fonte: www.patronato.acli.it