A un tempo liquido, noi rispondiamo con uno spazio solido, una scuola dove tornare a studiare in maniera organica. La scuola permette di conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, formando uomini e donne che vogliono impegnarsi concretamente e con competenza per il bene comune. La scuola costruisce insieme processi di partecipazione e democrazia. Perché crediamo che una “buona politica” sia necessaria e ancora possibile: questo è il nostro contributo al Paese. Infatti, Livio Labor definiva le Acli una grande scuola di formazione popolare.
Oggi noi ridiamo vita a quelle parole e ci apprestiamo a rifondare una Scuola Centrale di Formazione a Roma, intitolata proprio a «Livio Labor». Crediamo che ridare vita a una scuola sia il modo giusto per rendere trasparente e visibile la nostra azione sociale, immaginando un futuro possibile. Ripartiamo dalla formazione, uno dei cardini costitutivi della nostra esperienza che ha accompagnato, sostenuto e promosso ogni nostro cambiamento.
Ritorniamo a studiare per formare figure che sappiano innovare e partecipare la vita sociale, in ogni suo ambito, per rispondere ai mutamenti sociali, politici e legislativi. Tre saranno le figure che formeremo: l’animatore di comunità, il segretario all’organizzazione e il dirigente politico. L’animatore di comunità promuove l’ascolto, la partecipazione e la democrazia, perché crediamo che il cuore dell’azione sociale siano i territori e le comunità, ancor più alla luce della riforma del terzo settore. È lì che bisogna investire per contrastare derive antipolitiche e per costruire processi partecipativi di solidarietà e giustizia.
Il segretario all’organizzazione promuove l’esperienza associativa accompagnando e sostenendo con incontri annuali su tematiche specifiche: sostiene i cambiamenti territoriali delle strutture e delle reti capaci di promuovere progettualità ed esperienze positive.
Il dirigente politico ha il ruolo di tenere assieme e costruire lo spazio della carità nella democrazia. Abbiamo bisogno, nel nostro Paese, di investire in classe dirigente, che non è più formata dai grandi partiti di massa. Le Acli si sentono responsabili nei territori e nelle comunità e vogliono continuare ad essere uno spazio significativo, libero dove costruire processi democratici reali.
di Roberto Rossini – dal sito delle Acli