Santissimo Corpo e sangue di Cristo

L’inverno di Lima è una coperta umida e grigia che avvolge silenziosa quartieri e palazzi. Un paio di scosse di terremoto hanno fatto sobbalzare la città, ma la nebbia ha riavvolto tutto, come se nulla fosse accaduto. Le strade sono tornate al loro affannoso respiro, con i clacson che si sfidano a duello negli incroci trafficati della megalopoli.

Mentre tra la gente serpeggia silenziosa la paura di altre scosse di terremoto, ci prepariamo a celebrare la festa del Corpus Domini, meditando su uno dei più famosi miracoli di Gesù.

Il racconto di Luca sottolinea alcune caratteristiche interessanti di questo brano. La prima cosa che balza all’occhio è che sono gli apostoli, e non Gesù, ad accorgersi che è ora di rimandare le folle a casa affinché possano riposare e mangiare. La risposta del maestro è decisamente sorprendente: «Voi stessi date loro da mangiare». I dodici hanno solo cinque pani e due pesci, una merenda per due persone. Come possono sfamare cinquemila uomini? Sono attenti, premurosi, generosi, coraggiosi… ma non hanno ancora capito la logica del Regno: non si tratta di comprare, ma di condividere. La logica del regno è diversa da quella del buon senso. I dodici sono chiamati a giocarsi in prima persona, a scardinare le loro logiche, a rinnovare i loro criteri di giudizio. Questa è la conversione costante che tutti, ma proprio tutti, siamo chiamati a vivere!

Mi piace sottolineare un particolare: il problema non è il quanto, ma il dove. Mi spiego: quei pani e quei pesci sono un nulla se custoditi gelosamente nella bisaccia, ma sono una ricchezza immensa se messi nelle mani di Gesù. È il dove che fa la differenza: quello che metto nelle mani di Gesù si moltiplica, mentre ciò che tengo per me ammuffisce. Così è la vita: se la tengo per me, si perde; se la dono, fiorisce. A te la scelta.

Se leggiamo con attenzione il testo, ci rendiamo conto che non si parla mai di moltiplicazione. Nessun evangelista dice che Gesù moltiplica i pani e i pesci. Il vero miracolo del maestro non quello di “moltiplicare”. Gesù è come quelle meravigliose mamme peruane che da una piccola pentola riescono a sfamare una famiglia intera, e magari anche ad avanzare qualcosa da condividere con il vicino!

Gesù condivide, spezza e dona. Il miracolo è quello dell’amore che non si appropria, che non vanta diritti di possessione, ma che condivide gratuitamente e generosamente.

L’evangelista ricorda che avanzarono dodici ceste di pane. Dodici, come i mesi dell’anno e le tribù di Israele. Questo pane è per sempre e per tutti, è il pane che sazia la nostra fame, è il pane che nutre il cammino di tutti gli affamati di verità e di giustizia, è il pane condiviso e spezzato dalle mani di Gesù.

don Roberto Seregni