Siamo arrivati a Pasqua, e abbiamo bisogno di buone notizie. La risurrezione di Gesù oltre ad essere una buona notizia, è una grande notizia. Una notizia che può cambiare la nostra vita.
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Maria di Màgdala è la Maddalena, che era con Giovanni e Maria, madre di Gesù, sotto la croce. Vanno a visitare la tomba perché sono veramente affezionate a Gesù. Non ci sono invece tutti quelli che avevano sognato un messia politico potente, perché sono delusi e scandalizzati dalla morte di Gesù. Secondo loro Dio non doveva permettere che il suo figlio facesse una fine così.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto.
Il terremoto è simbolo della prima opera di Gesù. Quella di scendere sotto terra, nel mondo dei morti, per liberarli e aprire loro definitivamente la porta che consente loro di andare incontro al Padre.
Un angelo del Signore,
è il Signore; lo stesso che parlò a Mosè dal roveto ardente.
infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
Matteo è l’unico evangelista che usa questo simbolismo dell’angelo che rotola via la pietra e chi si siede sopra, segno che ha vinto la morte, e tutte le forze che lo volevano morto per sempre. Ma non l’ha aperta per fare uscire Gesù, come è successo con Lazzaro. L’apre per noi, per farci vedere che la tomba è vuota, e per annunciarci che d’ora in poi, tutte le tombe sono vuote, perché lui ci attira a sè tutti, vivi e defunti. Un giorno un bambino mi domandò perché stavo benedicendo le tombe il primo novembre. Gli risposi che lo facevo per essere sicuro che non ci fosse nessuno.
Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve.
Questo aspetto folgorante e le vesti bianche ci dicono che Dio è luce, e può rischiarare le nostre tenebre.
Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Non abbiate paura di cosa? Suppongo della morte, di Dio che ama l’uomo, ma soprattutto del futuro. Gesù ha vinto la morte ed è con noi per sempre; ogni volta che dimentico questo sono facile preda delle paure. Perciò è importante pregare sempre. Per ricordarmi che lui c’è.
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Gli è bastato vedere la tomba vuota per credere che è risorto, come aveva detto! Questo dà loro una gioia grande e il desiderio di annunciare questa buona notizia, per cui corrono.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Notiamo che ci sono due ritornelli, segno che sono frasi molto importanti: il primo l’abbiamo visto: non abbiate paura, non temete. Il secondo è: Andate in Galilea, là mi vedrete! Cosa significa? La Galilea è dove tutto è cominciato, quindi forse è un invito a ripercorrere tutto il cammino che hanno fatto con Gesù, non più accecati dal loro desiderio di grandezza, ma alla luce della passione e dello spirito di servizio, del farsi pane per nutrire gli altri, che ha contraddistinto tutta la vita di Gesù. Le donne non abbracciano Gesù, ma i suoi piedi, segno che desiderano seguire i suoi passi; e io?
Buona Pasqua.
Padre Paul Devreux