Quell’uomo scaltro scopre la fiducia, non mi volteranno le spalle, non saranno disonesti, non come me! Scommette sulla bontà. La vita è fatta di piccoli passi buoni, che sono sempre possibili.
Una parabola dal finale spiazzante, come piaceva a Gesù: il truffato che loda il suo truffatore. Ma non perché ladro, lo loda perché sorpreso dalla sua capacità di far fronte al problema. Non per la disonestà, ma per il capovolgimento: il denaro messo a servizio dell’amicizia.
È grande questo padrone. E’ un vero signore: ci sono famiglie che riceveranno cinquanta inattesi barili d’olio, venti insperate misure di farina, il padrone intuisce la loro gioia, e ne è contento. Ama la felicità dei suoi figli, più della loro fedeltà. Infatti la truffa continua, eppure sta accadendo qualcosa che ne rovescia il significato: l’amministratore trasforma i beni materiali in strumento di amicizia, regala pane, olio – cioè vita- ai debitori. Un primo e piccolo passo buono. Il benessere di solito chiude le case, tira su muri, inserisce allarmi, sbarra porte; ora invece il dono le apre: mi accoglieranno in casa loro.
Quell’uomo scopre la fiducia, si fida, non mi volteranno le spalle, non saranno disonesti, non come me! Scommette sulla bontà delle persone. La vita è fatta di piccoli passi buoni. Che sono sempre possibili. Dio non ci chiede di essere perfetti, ma di avanzare; ci vuole non tanto immacolati quanto incamminati.
Fatevi degli amici. Perfino con la disonesta ricchezza.
Il bene è sempre bene, è comunque bene. L’elemosina anche fatta da un ladro, non cessa di essere elemosina. Il bene non è mai inutile.
Fatevi degli amici! Non c’è comandamento più sereno e più confortante. Fatevi degli amici donando ciò che potete e più di ciò che potete, ciò che è giusto e perfino ciò che non lo è! Non c’è comandamento più umano.
Nessuno può servire due padroni, Dio e la ricchezza, il cui grande potere è quello di renderci atei. Il vero nemico, l’avversario di Dio nella Bibbia, non è il diavolo, non è neppure il peccato. Il vero competitor di Dio è la ricchezza.
La ricchezza è atea. E il ricco si ammala di ateismo. O di idolatria.
La soluzione che Gesù offre è “fatevi degli amici”: saranno loro ad accogliervi, prima e meglio degli angeli.
Perché io, amministratore poco onesto, che ho sprecato così tanti doni di Dio, dovrei essere accolto nella casa del cielo?
Perché Dio mi giudicherà non guardando me, ma attorno a me: guarderà ai miei debitori perdonati, ai poveri aiutati, agli amici abbracciati.
Uno così è un uomo già salvato, perché nelle braccia di chi hai aiutato ci sono le braccia di Dio.
E i tuoi amici ti apriranno la porta come se il cielo fosse casa loro, come se le chiavi dell’eternità per te le avessero trovate proprio quelli che tu, per un giorno o una vita, hai reso felici.
Chi vince davvero, qui nel gioco della vita e poi nel gioco dell’eternità? Chi ha accumulato relazioni buone e non ricchezze, chi ha fatto di ciò che possedeva un sacramento di comunione.
Padre Ermes Ronchi

