Assegno di inclusione, Acli e Patronato: “Un passo indietro rispetto al Reddito di Cittadinanza”

“L’Assegno di Inclusione rappresenta un passo indietro nella lotta al contrasto alla povertà che continua ad aumentare: i poveri assoluti oggi in Italia sono intorno ai 6 milioni. – ha dichiarato il Presidente nazionale delle ACLI, Emiliano Manfredonia – Il Reddito di Cittadinanza, una misura non perfetta che sicuramente aveva bisogno di correzioni, era di fatto universale e ha aiutato, in un momento complicato, milioni di cittadini. L’ADI, secondo l’analisi fornita dall’Ufficio parlamentare di bilancio, porterebbe alla diminuzione delle risorse di circa 2 miliardi e il 58% delle famiglie che percepivano il Rdc, pari a circa 800mila persone, resteranno senza alcun sostegno economico. Anche per questo motivo oggi è necessario rendere finalmente strutturali le politiche di contrasto alla povertà, – ha concluso Manfredonia – con una presa in carico reale delle persone in difficoltà e con la creazione di infrastrutture di welfare permanenti.

L’Assegno di Inclusione (Adi), il nuovo strumento di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che sostituisce il Reddito di cittadinanza, si può richiedere a partire da oggi 18 dicembre. Per le domande presentate dal 18 dicembre al 31 gennaio 2024, e completate con la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) entro lo stesso mese, la decorrenza del beneficio sarà riconosciuta da gennaio 2024. “Questa apertura è stata effettuata dall’INPS su pressione dei Patronati e delle Parti Sociali per evitare una “corsa alla domanda” entro la fine dell’anno, quando i tempi erano troppo stretti per dare a tutti la possibilità di inviarla” ha dichiarato il Presidente nazionale del Patronato, Paolo Ricotti – Metteremo a disposizione l’intera rete territoriale delle nostre sedi, invitando tutti da ora, comunque a non attendere gli ultimi giorni di gennaio 2024”.

La nuova prestazione economica è rivolta ai nuclei familiari che includono almeno una persona disabile, minori, over 60 o in condizioni di svantaggio. Stando alle prime stime dell’Inps, la misura riguarda oltre 737mila nuclei familiari. Di queste, 348.100 hanno al proprio interno un minore, 215.800 una persona disabile, 341.700 un anziano.

La domanda può essere presentata sul sito dell’INPS, tramite SPID o attraverso i Patronati e, dal 1° gennaio 2024, anche attraverso i Caf. Una volta compilata e inviata la domanda di Assegno di Inclusione, si dovrà procedere contestualmente all’iscrizione alla piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) e alla successiva sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) del nucleo familiare. Il beneficio economico viene erogato attraverso uno strumento di pagamento elettronico ricaricabile, denominato Carta di Inclusione.

Fonte: www.acli.it