Invecchiamento attivo: male l’Italia

In termini di invecchiamento attivo, l’Italia attualmente occupa una posizione di retroguardia. E proprio per questa debolezza che il nostro Paese, prima del decollo della campagna vaccinale, ha registrato un tasso altissimo di letalità da Covid, superato soltanto, nell’Europa a 27, da Grecia, Ungheria e Bulgaria. Il raffronto tra letalità e invecchiamento attivo è stato messo a punto dall’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche.

Al top della classifica c’è la Svezia, seguita da Danimarca e Paesi Bassi e da Regno Unito a 41,3. La Germania è al sesto posto e la Francia ottava. L’Inapp, poi, sottolinea come in Italia le dimensioni dell’invecchiamento attivo non si manifestino in maniera omogenea in tutta la popolazione anziana, essendoci un differenziale di genere a svantaggio delle donne e una disparità geografica che premia il Nord penalizzando il Sud.

Ancora più accentuato è il divario dei livelli di invecchiamento attivo causato da una bassa istruzione e, soprattutto, da un modesto reddito familiare.