L’Appello Pubblico #tuteliamoglianziani

Il giorno 22 luglio 2021, alle ore 9,30, si terrà in videoconferenza l’Appello Pubblico #TUTELIAMO GLI ANZIANI, co-promosso da ACLI Piemonte, ACLI Torino, SPICGIL-FNPCISL-UIL pensionati, La bottega del Possibile CIPES, con l’adesione della FAP ACLI Piemonte.

I contenuti dell’iniziativa riguardano gli anziani in grave difficoltà, soprattutto quelli in stato di non autosufficienza; gli obiettivi prioritari sono il rafforzamento della assistenza domiciliare e il cambiamento del modello di RSA.

Di seguito l’appello pubblico #tuteliamoglianziani

APPELLO PUBBLICO #tuteliamoglianziani

E’ il momento di cambiare: tuteliamo gli anziani per costruire un futuro migliore

Nel nostro Paese l’aumento dell’aspettativa di vita è il risultato di conquiste scientifiche e civili, fa parte della storia di progresso della nostra società; per questo tutelare il diritto degli anziani alla salute, ma anche alla socialità e all’autodeterminazione vuol dire costruire un futuro di dignità per tutti. Sappiamo già che le persone con almeno 80 anni nel 2050 triplicheranno numericamente; sono dati che impongono il varo di un progetto serio, che possa assicurare una buona assistenza di lungo termine (LTC) per chi si trova a vivere una condizione di cronicità o non autosufficienza. Nel corso della pandemia i dati su età e profili di fragilità delle persone decedute indicano che i più colpiti sono state le persone ultra 70enni, in particolare i grandi anziani con importanti comorbilità. Nell’emergenza sanitaria, le notevoli difficoltà incontrate dal sistema di assistenza sociale e sanitaria territoriale agli anziani non rappresentano affatto un evento anomalo, bensì una manifestazione estrema delle criticità di fondo che – da tempo – lo affliggono e sulle quali occorre urgentemente intervenire con una riforma multilivello (nazionale, regionale, comunale).

Per assicurare una convivenza all’altezza della dignità di ciascun componente delle nostre comunità occorre coinvolgere l’opinione pubblica, sconfiggere l’indifferenza e la “cultura dello scarto” nei confronti del mondo degli anziani sempre più diffusi in una società impoverita e insicura, che fatica ad essere solidale

Il presente appello vuole richiamare l’attenzione dei cittadini, delle Istituzioni e dei decisori ai vari livelli sulla necessità dell’avvio di un vero progetto innovatore che possa assicurare l’esigibilità del diritto alla salute per i non autosufficienti, superando scarsità di stanziamenti, inadeguatezza e frammentazione dei servizi.

Occorre un sistema che metta al centro la persona con il suo progetto di vita, che innalzi e migliori gli attuali livelli di integrazione tra il comparto sociale e sanitario e che poggi su un Distretto forte, capace di avvalersi della partecipazione delle comunità e dalle sue Istituzioni locali.

La pandemia ha imposto l’urgenza di una riorganizzazione dei servizi territoriali, che non può limitarsi alla medicina di territorio, né al mero potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata (l’ADI). Occorre promuovere un’idea di care multidimensionale, per non fermarsi al modello bio-medico e al mero prestazionalismo. Oggi la percentuale di anziani che in un anno, fruisce dei servizi domiciliari è pari al 6,5%: si tratta di un valore che è cresciuto negli ultimi anni, ma che rimane ancora distante dalle necessità della popolazione coinvolta e dalle buone pratiche europee. La maggior parte degli utenti peraltro riceve un numero molto esiguo di interventi al domicilio e per periodi di tempo assai limitati, mediamente 18 ore annue. In generale il complesso di interventi destinato alla cura e all’assistenza delle persone non 2 autosufficienti è la cenerentola del sistema sociosanitario. Non è più rinviabile la necessità di risorse economiche congrue e di figure professionali adeguate, allentando i vincoli che limitano l’assunzione di personale e senza limitarsi alla mera revisione degli attuali minutaggi. Il piano di riorganizzazione del comparto della residenzialità deve prevedere un adeguamento quali-quantitantivo dell’offerta garantita dalle risorse pubbliche, la revisione del sistema tariffario per alleviare la spesa delle famiglie, l’esaurimento programmato delle liste di attesa, il miglioramento della capacità di cura nei casi più complessi o non stabilizzati e la promozione di nuovi modelli di RSA multiservizio e di “residenzialità leggera”. Un “sistema delle cure” adeguato deve garantire il diritto a percorsi integrati di interventi sociali e sanitari, dando preminenza alla domiciliarità, offrire un insieme coordinato di interventi adattabili alla condizione della persona e della sua rete familiare, superare l’attuale dualismo e la diversità di trattamento per interventi a domicilio e in struttura residenziale e prendere in carico i caregiver, con azioni di affiancamento, formazione e supporto. Le funzioni, anche relative alle necessità della vita quotidiana, devono essere riconosciute all’interno dei LEA, per ricondurre alla titolarità del SSN gli interventi e i servizi dei piani individuali, volti alle persone non autosufficienti. Tali servizi devono essere garantiti a tutti, indipendentemente dalla condizione economica della persona o della famiglia.

Per garantire un reale continuum assistenziale i sostegni pubblici devono essere omogenei nell’assistenza domiciliare e nella residenzialità

La valutazione multidimensionale della persona va fatta in tempi certi e sotto la regia pubblica e ad essa deve seguire, entro tempi accettabili, l’attivazione di un progetto assistenziale personalizzato. Occorre realizzare Punti unici di accesso che svolgano le funzioni di informazione sull’intera gamma di misure disponibili, di ricezione delle domande, di orientamento e accompagnamento nella rete degli interventi e delle prestazioni. Dentro la riorganizzazione della Rete territoriale dei servizi va rilanciata un’idea nuova di Case della salute o della comunità, affinché siano luoghi partecipati dove venga agita un’idea di salute di prossimità, sostenuta dalla comunità stessa L’aspirazione dei promotori e sostenitori di questo appello è che i suoi contenuti possano essere condivisi da tutte le realtà che si occupano di non autosufficienza, affinché le Istituzioni e i decisori a livello regionale possano trovarvi idee, analisi, informazioni e indirizzi in grado di agevolare il loro compito; ci si augura perciò che esso possa essere strumento base per aprire un confronto pubblico ampio e un dialogo costruttivo tra la Regione Piemonte e le realtà associative promotrici dell’appello e gli attori del sistema.

Favorire l’assistenza domiciliare e investire in strutture più efficaci ed umane è il paradigma di una società che sa prendersi cura dei suoi anziani e può rendere il settore protagonista di un nuovo patto con le famiglie e con i territori

L’adesione alla proposta è aperta ai cittadini, alle organizzazioni e alle realtà associative del Piemonte che ritenessero di sostenerla. Chi volesse aderire può segnalarlo a:

https://fb.me/tuteliamoglianziani

https://twitter.com/AnzianiGli

Ad oggi si contano oltre 550 adesioni

Firmato

ACLI Piemonte, Acli Torino

Per partecipare alla videoconferenza cliccare qui:

https://global.gotomeeting.com/join/664658525