L’intervista al Segretario Nazionale della Fap, Rosario Cavallo, sul quadro economico italiano

Le sfide dell’Italia in un momento delicatissimo per l’economia nazionale in un Paese che non riesce a far corrispondere al numero delle persone che concludono il ciclo lavorativo, nuovi ingressi nel mercato del lavoro. Una platea di pensionati che cresce, mentre quella dei lavoratori si erode sempre più.

Di tutto questo e del quadro economico attuale CUOREECONOMICO parla con Rosario Cavallo, Segretario nazionale della Fap, la Federazione anziani pensionati delle Acli, per un punto di vista degli scenari dal lato di chi assiste coloro che hanno concluso il lavoro.

Di fronte ad una possibile recessione, come vede lo scenario economico attuale? Quali sono le sfide che a suo dire il Paese dovrà affrontare in via primaria per evitare una caduta dell’economia?

A margine del recente incontro del G20 è emerso come l’Italia, insieme alla Germania, sia tra i paesi più vulnerabili. La recessione sta arrivando con un ritmo più veloce del previsto. Preoccupa l’inflazione e c’è inoltre il timore anche per le conseguenze dei rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Dunque è fondamentale che il paese avvii delle riforme strutturali che favoriscano la crescita, risollevando l’attività economica odierna, oltre ad aumentare il potenziale di crescita a medio termine. Serve allora snellire il sistema fiscale e quello occupazionale, ridurre il carico tributario e migliorare la trasparenza degli appalti pubblici“.

In tutto questo, l’anello più debole sono i consumatori ed in particolare i pensionati, con l’inflazione tornata sui livelli di metà anni 80 ed un potere d’acquisto ridotto che sta portando a tagli anche dell’essenziale. Qual è la ricetta delle Acli per superare questo momento?

Occorre continuare a dare priorità al contenimento dell’inflazione, che sta contribuendo ad una crisi del costo della vita, danneggiando maggiormente i gruppi a basso reddito e vulnerabili, come per l’appunto gli anziani. Ovviamente tutto queste deve avvenire senza dimenticare la sostenibilità dei conti pubblici, per evitare l’esplosione del debito: quello italiano, infatti, è tra i più alti del mondo. Senza riforme strutturali, lo scenario di base potrebbe essere una stagnazione per i prossimi due anni“.

Che ne pensa della proposta del Governo su quota 103 e del superamento della legge Fornero?

L’esperienza di quota 100 non è stata delle migliori, per cui l’auspicio è che il Governo introduca norme più  flessibili per evitare, ad esempio, lo svuotamento degli ospedali e degli uffici pubblici da cui arrivano la maggior parte dei pensionandi. Una ipotesi potrebbe essere una detassazione sostanziosa dei contributi previdenziali per chi vorrà procrastinare l’uscita dal lavoro“.

L’Italia è un Paese che non offre più soluzioni ai giovani e nel quale la quota di pensionati aumenta. La coperta però è corta, visto che sono i lavoratori attuali ad alimentare le casse per garantire le pensioni, mentre per i pensionati futuri c’è incertezza. Cosa c’è che non funziona? Dove bisogna investire?

Di recente l’Inps ha comunicato che nei prossimi anni saranno tantissimi i dipendenti pubblici che andranno in pensione. A fronte di questo esodo, gli under 30, coloro cioè che dovranno pagare le pensioni, rappresentano una percentuale irrisoria nella pubblica amministrazione. Urge allora una politica che agevoli un equilibrato ricambio generazionale e che abbassi le tasse sul lavoro le quali, oggi, non favoriscono l’inserimento occupazionale. Accanto a questo, sono anche indispensabili delle misure che contrastino l’inverno demografico di cui, da anni oramai, soffre il nostro paese“.

Impresa e sostenibilità secondo i principi ESG vanno ormai a braccetto. Anche Papa Francesco ha parlato della necessità di un’impresa che rimetta l’uomo al centro. A che punto siamo, a suo dire?

Penso che ci sia ancora molto da fare. nonostante i ripetuti proclami del Santo Padre, oggi la persona non è al centro dell’impresa, ma ne è essenzialmente, uno strumento per raggiungere il profitto. Siamo ancora lontani da una economia etica che tuteli la centralità dell’uomo e la sua dignità al contrario, chi non è considerato più’ produttivo, viene relegato ai margini della società. Per questo, come Fap, siamo attivamente impegnati per tutelare gli anziani e i pensionati i quali, pur non facendo parte del comparto lavorativo, costituiscono una risorsa preziosa per l’intera collettività“.

Fonte: www.cuoreeconomico.com