Un sì per permettere il proseguimento di una stagione di riforme. E’ questa la posizione che le Acli hanno espresso oggi durante la conferenza stampa che si è tenuta alla Camera dei deputati. Le ragioni di questa scelta sono tutte nel documento “La riforma costituzionale” scritto dalla presidenza dell’associazione.
La scadenza referendaria ha rappresentato per le Acli una preziosa occasione per riscoprire l’azione politica dell’associazione e l’originaria funzione formativa di movimento di pedagogia sociale e popolare che sin dalle origini ne ha caratterizzato l’identità.
Infatti, in vista del referendum di dicembre, per promuovere una partecipazione consapevole alla vita politica del Paese, le Acli hanno scelto di intraprendere un percorso che ha coinvolto tutta la rete associativa e che ha consentito la maturazione di un pensiero diffusamente condiviso. A partire dal mese di giugno, nelle città e nei circoli, è stato promosso un numero considerevole di dibattiti sulla Costituzione. Se ne sollecitavano almeno un centinaio, ma il numero di tavole rotonde, convegni e seminari promossi dal movimento aclista in tutta Italia ha superato di gran lunga questo numero.
Il dibattito interno alle Acli, soprattutto nelle province e nelle regioni, è stato serrato, mettendo in luce diversi punti di vista. È questo un chiaro segnale della vitalità del movimento che conferma la propria vocazione alla democrazia e alla partecipazione: siamo plurali e siamo orgogliosi di esserlo.
Su un aspetto però siamo sempre stati tutti d’accordo: quello di evitare il rischio, tutt’altro che ipotetico, di strumentalizzazioni e di rese dei conti tra fazioni politiche contrarie.
Le istituzioni possono essere modificate, adeguate. In altre parole, riformate. Perché sappiamo che il mondo cambia e anche le istituzioni possono e devono cambiare. Perché sappiamo che senza un’adeguata manutenzione istituzionale la politica si trasforma in antipolitica. Per questo riteniamo opportuno che si riformi l’assetto istituzionale, anche se, forse, la forte accelerazione in tal senso, così come il persistente e preesistente conflitto tra le classi dirigenti del Paese, non ha sempre consentito le condivisioni e gli approfondimenti utili e necessari.
L’appello delle Acli è a informarsi e a recarsi ai seggi il 4 dicembre per votare. La considerazione finale è che le direttrici di fondo della riforma siano del tutto positive e largamente condivise, che sarà necessario proseguire con una manutenzione costituzionale e che, pertanto, una vittoria del “sì” potrà permettere il proseguimento di una stagione di riforme.
Fonte: www.acli.it