Riflessione Vangelo 10 Agosto XIX Tempo ordinario

Subito dopo costrinse i discepoli a sa­lire sulla barca e a precederlo sull’al­tra riva, finché non avesse congedato la folla. Un passaggio commovente: Gesù fa fatica a lasciare la gente, non vuole andarse­ne finché non li ha salutati tutti, così come noi facciamo fatica a lasciare la casa di ami­ci cari dopo una cena in cui abbiamo con­diviso il pane e l’affetto.

Era stato un giorno speciale, quello, il labo­ratorio di un mondo nuovo: un fervore di so­lidarietà, un moltiplicarsi di mani, di cuori, di cure per portare il pane a tutti, la fame dei poveri saziata, era il suo sogno realizzato.

Ora, profumato di abbracci, desidera l’ab­braccio del Padre: congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare, a condividere con lui la sua gioia: sì, Padre, si può! Portare il tuo regno sulla terra si può! Un colloquio festoso, un abbraccio che dura fino quasi al­l’alba. Ora sente il desiderio di tornare dai suoi. Di abbraccio in abbraccio: così si muo­veva Gesù.

Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare… Pietro allora gli dis­se: Signore se sei tu, comandami di venire ver­so di te sulle acque. Ed egli gli disse: Vieni!

Se sei figlio di Dio… notiamo che pronuncia le stesse parole del tentatore nel deserto: se sei figlio di Dio, buttati e verranno gli ange­li. Se vuoi fare il Messia devi essere potente, conquistare gli uomini con i miracoli, di­menticare la follia della croce.

Pietro nella sua richiesta, coraggiosa e scri­teriata insieme, domanda due cose: una giu­sta e una sbagliata. Comanda che io venga verso di te, richiesta bella, perfetta: andare verso Dio! Ma poi sbaglia chiedendo di an­darci camminando sulle acque. A che cosa serve questa esibizione di potenza fine a se stessa, clamorosa ma sterile, questo inter­vento divino che non ha come scopo il be­ne delle persone? Che è all’opposto di ciò che si era verificato la sera prima, con i pani e i pesci? E infatti è un miracolo che fallisce, che non va a buon fine, e Simone inizia ad affondare. Pietro si rivela uomo di poca fede non quando è travolto dalla paura delle on­de, del vento e della notte, ma prima, quan­do chiede questo genere di segni per il suo cammino di fede.

Pietro tu andrai verso il Signore, ma non cam­minando sul luccichio illusorio di acque mi­racolose, bensì sulla strada polverosa del buon samaritano; andrai verso Gesù, ma prolungando il suo modo di vivere, di acco­gliere, di inventare strade che conducano al cuore dell’uomo. Pietro, emblema di tutti i credenti, imparerà a camminare verso un mondo nuovo contando non sulla forza di imprevedibili miracoli ma sulla forza prodi­giosa di un amore quotidiano che non si ar­rende, sulla bellezza di una fede nuda.

Padre Ermes Ronchi