Salario minimo: 6 proposte per rispondere all’Europa

L’Italia è l’unico Paese UE che, in trent’anni, ha visto abbassarsi il salario medio e dove oltre un quarto dei lavoratori tra i 30 e 40 anni, specie se donne e giovani (peggio se stranieri), hanno redditi da poveri o sono a rischio di povertà.

Il lavoro povero è solo la punta di un iceberg che zavorra il futuro del Paese. L’impoverimento del lavoro è dovuto a una pluralità di fattori come il lavoro nero o grigio, la mancanza di rinnovi contrattuali, la stipulazione di contratti pirata, la presenza di tanto part time involontario o un diffuso ricorso, anche pubblico, al “massimo ribasso” nella scelta dei fornitori, la preponderanza di grandi gruppi che dominano i mercati imponendo prezzi eccessivamente bassi e obbligano al lavoro sottocosto tante piccole imprese.

L’Europa ora chiede agli Stati di darsi un salario minimo: chi delle forze politiche risponde?

Un unico intervento non è sufficiente, serve una strategia integrata e più generale che, come già evidenziato nella relazione del Gruppo ministeriale coordinato da Andrea Garnero, parta da un nuovo e forte sistema di controlli.

Come Acli, muovendo dalla nostra Costituzione, che all’articolo 36 stabilisce che ogni lavoratore debba ricevere una retribuzione sufficiente “ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, poniamo nel dibattito alcune proposte.

  1. NO AI CONTRATTI PIRATA CON UN INDICATORE ISTAT DELLA RETRIBUZIONE DIGNITOSA

Proponiamo che si individui un sistema di indicatori che, sotto la guida dell’Istat, consenta di definire in cosa si concretizza un’esistenza libera e dignitosa e quale sia il livello di retribuzione che la garantisce. Si tratterebbe certamente di una soglia, più elevata e complessa di quella della povertà, che consentirebbe di invalidare i contratti collettivi (che oggi sono oltre 1.000, un caos) al di sotto di essa, colpendo così quelli pirata.

  1. CONTRATTI SOLIDI E RAPPRESENTATIVI

L’articolo 39 della Costituzione prevede che i contratti collettivi possano avere efficacia obbligatoria per tutte le aziende di ogni categoria. Dandogli finalmente completa attuazione, come del resto ha sostenuto il ministro Orlando, il salario minimo verrebbe determinato rendendo vincolanti in ogni settore i contratti collettivi maggiormente rappresentativi, perché urge avere contratti solidi. Anche vista la presenza di più contratti collettivi per ogni categoria, nonostante i recenti progressi, però non si riuscirà a breve ad individuare quali siano i più rappresentativi.

In attesa che ciò avvenga, perché non immaginare allora insieme alle parti sociali e per i settori specifici più a rischio una soluzione – sperimentale e temporanea – che possa contemperare la previsione di una soglia legale minima oraria di garanzia con riferimento all’applicazione temporanea di contratti collettivi nazionali che prevedano per il settore considerato tutele migliori e salari maggiori?

  1. SISTEMI PREMIALI PER AZIENDE VIRTUOSE

Al contempo vanno immaginati sistemi premiali per quelle imprese che fanno di più, che promuovono una logica collaborativa e migliorativa dei contratti di lavoro, investendo in conciliazione, parità di genere, formazione permanente, partecipazione dei lavoratori e del territorio alle decisioni aziendali, giustizia ambientale, e che le imposte le versano dove fanno i fatturati.

  1. RESPONSABILITA’ SOCIALE OBBLIGATORIA ANCHE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il principio per cui il committente è obbligato in solido con l’appaltatore e con i subappaltatori al rispetto dei contratti di lavoro va rafforzato (specie guardando all’iter in corso per una legge europea sulla due diligence delle aziende) e va esteso alla Pubblica Amministrazione e alle tante filiere, perché è nell’indotto pubblico che spesso si trovano contratti pirata e lavoro sottocosto.

  1. SOGLIA DEL GUADAGNO MASSIMO CONSENTITO PER FERMARE LE SPECULAZIONI

Il lavoro impoverito da che cos’è impoverito? In parte dall’eccessivo arricchirsi di pochissimi. L’impoverimento del lavoro era già alla radice della crisi finanziaria del 2007. Se un bar vende un panino a un turista 10 volte il suo prezzo, giustamente, ci si scandalizza; se un manager gode di una buona uscita 10.000 volte quella di un lavoratore non altrettanto.

Fino a che punto tanta ricchezza è davvero guadagnata? Dobbiamo pensare a strumenti per una meno iniqua distribuzione della ricchezza e ridurre le disuguaglianze.

Si può arrivare a calcolare una soglia di Guadagno Massimo Consentito, da applicare, non per legge, in qualche modo non solo ai top manager, ma anche ai meccanismi speculativi.

  1. ADEGUAMENTO AUTOMATICO DEI SALARI ALL’INFLAZIONE (solo come stimolo ai rinnovi contrattuali)

È necessario disincentivare il ritardo nel rinnovo dei contratti collettivi. Per esempio, si potrebbe prevedere che dopo 3 anni di ritardo vi sia temporaneamente un adeguamento automatico dei salari all’inflazione.

Bene che il legislatore non abbia la pretesa di risolvere per legge temi complessi, ma è necessario che la società tutta sia chiamata a un fattivo concorso di responsabilità per segnare un netto e immediato stop all’impoverimento del lavoro.

Stefano Tassinari

Vicepresidente nazionale Acli