Commento al Vangelo della Domenica Domenica delle Palme 20 Marzo

La più bella immagine che ho sentito descrivere sulla festa delle Palme è quella che diceva che l’animale che porta Gesù è grigio, è cocciuto, è un asino, ma porta Gesù; e questo è quello che conta. Quell’asino siamo noi, è la Chiesa con tutti i suoi difetti, ma ciò che conta è che porta Gesù alla gente e nel mondo.

Ma oggi si legge anche il racconto di quello spettacolo che fu la Passione di Gesù. Spettacolo per i curiosi, ma spettacolo anche per noi, che vogliamo capire e scoprirci una storia d’amore.

Abbiamo Erode, che rappresenta coloro che cercano in Gesù uno che fa miracoli, e che rimane poi deluso.

Abbiamo il Cireneo, che si trova per caso a dover dargli una mano, e cosi entra nella storia.

Gesù prega il Padre, di perdonare tutti perché non sanno quello che fanno; e in effetti, quando pecchiamo, lo facciamo perché non ci rendiamo conto di quanto male facciamo o ci facciamo.

Ma mi piace soffermarmi a contemplare i due malfattori, crocifissi con lui. Uno lo insulta dicendo: “Non sei il Cristo? Salva te stesso e anche noi.” Senza rendersi conto che è proprio quello che sta facendo. Salva se stesso dalla tentazione di farsi vedere potente, scendendo dalla croce e rinunciando ad amare. Ma salva anche loro. Gesù è li per loro due. Il primo lo aiuta proprio standogli non solo accanto, ma sotto di lui; in una condizione peggiore della sua, in modo da poter prendere su di sè i suoi insulti, una parte del suo malessere.

Quando mi arrabbio e insulto qualcuno, gli butto addosso il più possibile il veleno che ho dentro, il mio malessere. Gesù se lo prende. Sembra quasi che è andato in croce proprio per stare accanto a quei due, che lo considerano più sciagurato di lui.

Il secondo, ad un certo punto, si rende conto che ha vicino a sè un personaggio eccezionale, che è li per loro, per aiutarli.
Questa scoperta è cosi forte che riesce a fargli credere l’incredibile: Quest’uomo, moribondo accanto a me, è in grado di darmi un futuro! Capisce che un amore cosi grande non solo non può morire, ma è in grado di trasmettergli una vita nuova.

Penso che questi due ladroni mi rappresentano tutti e due, come anche Erode e il Cireneo, nelle varie fasi della vita e del cammino cristiano.

Signore grazie per la tua Passione per la mia e la nostra vita. Aiutaci a vederla.

 padre Paul Devreux