Commento al Vangelo della Domeniva V Quaresima 22 Marzo

Vogliamo vedere Gesù. Domanda forte, di greci, di giudei, di uomini d’oggi, dell’uomo di sempre. E io, discepolo interpellato ogni giorno, come Filippo e Andrea, che cosa rispondo? Il vangelo suggerisce le parole: il chicco di grano, la croce, la strada. E, sempre, la terra. Che è il cielo di Dio, con i suoi poveri e le sue spine, con il suo sangue e la sua fame, grembo del grano, sostegno della croce, strada del discepolo.

Se il chicco di grano non muore, rimane solo; se muore produce molto frutto. La parola centrale non è morire, ma molto frutto. Lo sguardo è sulla fecondità. Vivere è dare vita. Essere attaccati alla propria vita è invece distruggersi. Non dare è già morire. Per questo mi farò chicco di grano caduto, lontano dal clamore e dal rumore, nel silenzio della terra umana, seminato nel mio quotidiano, senza smania di visibilità e di apprezzamenti. Seminato nella terra accogliente della mia famiglia, nella terra arida del mio lavoro, nella terra amara delle domande senza risposta, dei giorni delle lacrime, porto dentro una parola che dice vita; dice che ogni uomo contiene molte più energie di quanto non appaia, e molta più luce, e germi divini; che ogni vita contiene molte vite. Le contiene, quando le dona.

Chi vuole collaborare con me, mi segua. Seguire Cristo: unica visione che ci è concessa è la sequela. Come Mosè sul Sinai che vuole vedere Dio e lo vede solo di spalle, così noi lo vediamo camminando dietro a lui, lungo la sua strada, rinnovando le sue opere, dietro l’eco delle sue parole, collaborando al medesimo suo compito: manifestare la gloria dell'”Uomo”. Gesù, uomo esemplare, non propone una dottrina, rappresenta il disegno creatore del Padre, restaurare la gloria dell’Uomo, la pienezza umana. Gloria dell’uomo è il molto frutto, con amore e croce. L’anima mia è turbata, Padre salvami. L’amore inerme e lucido che Gesù rappresenta, il suo amore inerme e virile insieme, l’uomo non riesce a reggerlo, è troppo limpido. In esso si uniscono, nel dono di sé, morte e vita, ma a vantaggio della vita. Padre, salvami. Mi possono togliere tutto il vangelo, ma non i turbamenti di Gesù. Mi danno tanta forza come per uno trovare un tesoro. Perché mi dicono che come un coraggioso ha avuto paura, che ha amato la vita, questa mia stessa vita, con tutte le sue fibre; che non è andato alla morte col sorriso sulle labbra, ma con un atto di fede.

Poiché è uomo di carne e di paure, e ama a tal punto, in lui splende la gloria del Padre e la gloria dell’uomo. Quando sarò innalzato attirerò tutti a me. Alto sui campi della morte, Gesù è amore fatto visibile. Alto sui campi della vita, Gesù è amore che seduce. E mi attira, dolcemente implacabile, verso la mia casa, verso la mia gloria.

Padre Ermes Ronchi

Immagine di Patxi Velasco Fano