Le pensioni nel mondo – Il 48% degli anziani non ha una pensione

Nell’ultimo rapporto dell’ILO – Organizzazione internazionale del lavoro –  reso noto a Ginevra, emerge che circa la metà degli anziani del pianeta, ed esattamente il 48 % del totale, non percepisce una pensione, e soltanto il 27% della popolazione mondiale ha una copertura previdenziale e sicurezza sociale completa. Dato ancora più allarmante che si segnala è il fatto che una notevole percentuale degli aventi diritto ne usufruiscono di una definibile “insufficiente”.

L’occasione della pubblicazione di tali dati, da parte dell’ILO, è stata la ricorrenza della “Giornata mondiale delle persone anziane”. Si è osservato, tra l’altro, che le popolazioni di età avanzata, che non posseggono redditi sicuri, continuano a lavorare ad oltranza, quasi sempre in condizioni di precarietà e con salari irrisori.

Il documento ILO, denominato: “Protezione sociale per le persone anziane: tendenze e statistiche” evidenzia, comunque, una estensione, osservata soprattutto negli ultimi anni, delle coperture pensionistiche nei Paesi con redditi medio-bassi dove aumentano le pensioni cosiddette “sociali” in presenza o anche in assenza dei relativi contributi versati, garantiti dalla fiscalità collettiva.

Il rapporto ha messo sotto osservazione i sistemi pensionistici di ben 178 paesi; 45 paesi risultano avere una copertura previdenziale del 90% e altri 20 paesi hanno raggiunto, sostanzialmente, la cosiddetta copertura previdenziale universale. Alcune realtà come la Cina, la Tunisia, la Tailandia, sono passati in pochi anni da una copertura del 20% al 70% della popolazione, tale estensione delle coperture previdenziali risulta determinante per assicurare un livello base di protezione per chi, anziano, non possiede i requisiti minimi di pensione contributiva.

Il Direttore del Dipartimento ILO per la Protezione sociale, afferma che in Europa si registra una preoccupante riduzione della protezione sociale per le persone anziane a causa dei notevoli tagli subiti in vari Paesi EU alla sanità e ai servizi sociali, come anche alle riforme subite dai vari sistemi pensionistici che hanno prodotto l’innalzamento dell’età pensionabile e la riduzione delle prestazioni con corrispondente aumento dei contributi dovuti.

Questi provvedimenti, di contro, stanno in parte compromettendo i sistemi pensionistici e sociali nonché la funzione di prevenire la povertà in età avanzata, senza contare, inoltre, anche un peggioramento sul versante dei consumi domestici, influenzando e contribuendo a rallentare la ripresa economica.

Le proiezioni al 2050 evidenziano altresì un sicuro abbassamento dei livelli di pensioni erogate in almeno 14 paesi comunitari. La protezione sociale impatta positivamente sullo sviluppo socio-economico di ogni nazione rafforzando La capacità di spesa. Per tale ragione, probabilmente, alcuni paesi come: Argentina, Bolivia, Cile, Ungheria, Polonia ecc. stanno ripensando le privatizzazioni dei sistemi pensionistici, avvenuti negli anno 80 e 90, “rinazionalizzando” i sistemi pubblici di sicurezza sociale essenziali per una ripresa economica, lo sviluppo inclusivo e la giustizia sociale, elementi essenziali per una ripresa economica lo sviluppo inclusivo e la giustizia sociale.

Stefano Olivieri Pennesi

(6 ottobre 2014)

© RIPRODUZIONE CONSENTITA
Il quotidiano della PA