Welcoming Europe: “Vogliamo decriminalizzare la solidarietà”

Il primo dei tre obiettivi della Campagna Welcoming Europe è decriminalizzare la solidarietà.

Oggi, tanto in Italia quanto in Europa, ci troviamo di fronte ad una crescente criminalizzazione del gesto solidale: dal pescatore Chamseddine Bourassine alla guardia alpina Benoit Duclos, da Padre Mussie Zerai alla ricercatrice attivista Helena Maleno Garzon, dal professore Pierre Alain Mannoni al sindaco di Riace Mimmo Lucano. Queste e molte altre persone sono state multate o arrestate per aver distribuito alimenti e bevande, per aver dato un passaggio, per aver comprato un biglietto o aver ospitato un migrante. E poi ci sono le inchieste contro quelle ong impegnate nel soccorso delle persone nel Mediterraneo che seguono un’unica regola, la più importante del diritto internazionale del mare: salvare vite umane.

Tutto ciò può accadere perché in ben 12 paesi dell’Unione Europea le persone che esprimono solidarietà sono diventate oggi passibili di multa o, peggio ancora, di arresto da parte delle autorità giudiziarie. Le leggi europee hanno infatti un ampio raggio di applicazione nel criminalizzare il favoreggiamento all’ingresso e al soggiorno clandestino e ciò viene utilizzato per ridimensionare le attività – tutte legittime – delle ong e per intimidire quanti intendono offrire assistenza civile e umanitaria ai migranti.

Nel solco della tradizione europea in materia di giustizia e di diritti umanitari, nessuno dovrebbe invece essere perseguito o multato per aver offerto aiuto, assistenza o un rifugio a scopo umanitario. Per questo la Campagna Welcoming Europe chiede alla Commissione di fermare quei governi che stanno criminalizzando i volontari. I cittadini europei dovrebbero essere in grado di offrire aiuti umanitari e assistenza a tutte le persone bisognose, indipendentemente dal loro status, senza timore di sanzioni o azioni penali. La Campagna chiede che la Commissione Europea modifichi in questo senso l’attuale direttiva dell’UE sul favoreggiamento (2002/90 /CE).

Servono un milione di firme in almeno 7 paesi membri, di cui 55mila solo in Italia. Nel nostro paese ne abbiamo raccolte, ad oggi, circa 40mila ed è rimasto pochissimo tempo a disposizione: L’ICE scade, infatti, a fine febbraio.

Se hai 18 anni e non hai ancora firmato, non perdere ulteriore tempo e clicca qui https://welcomingeurope.it/news/firma/; se hai già firmato, diffondi la petizione e invita i tuoi parenti, amici e conoscenti a firmare.

Non possiamo rimanere in silenzio di fronte alle ripetute accuse contro persone e ong che esprimono nelle parole e nei fatti la solidarietà. Salvare vite non può essere considerato un reato!

Fonte: www.acli.it